Dopo la buffonata degli Stati Generali, il ministro Franceschini tenta di correre ai ripari e prova ad offrire un ramoscello di ulivo ad una opposizione insultata in ogni modo sino ad ora. Sogna lo spirito di collaborazione per la ricostruzione post bellica, Franceschini. Giusto, si può fare. Sono sufficienti solo piccoli accorgimenti..
Si può cominciare imponendo a Boldrine di tacere e di metter fine alle pagliacciate.
Si può proseguire spiegando a Fiano che ogni sua parola divide il Paese e disgusta chiunque creda nella libertà di pensiero.
Si può mettere a punto una riforma della giustizia che impedisca ai magistrati di sostituirsi alla politica nelle decisioni che riguardano la sicurezza del Paese.
Si può compiere un atto di generosità facendo dimettere almeno qualcuno dei tanti universitari saliti in cattedra ed arrivati al rettorato esclusivamente per meriti politici.
Si può rendere la Rai più pluralista, meno Faziosa.
Si può restituire la scuola al suo ruolo originario, che non era quello di preparare un branco di ignoranti facilmente manipolabili con slogan per differentemente intelligenti.
Piccole cose che, però, avrebbero il pregio di creare le condizioni per una collaborazione, per un progetto condiviso di rilancio del Paese.
Piccole cose che non vanno ad intaccare gli interessi dei vari partiti, che non mutano la dipendenza dai rispettivi padroni internazionali. Piccole cose per un nuovo clima, indispensabile per scelte strategiche che cambino l’Italia. Ma tra le piccole cose e le buffonate di Boldrine, la maggioranza non sceglierà la pace con l’opposizione.