Sono ormai quasi 80 anni che l’Italia si è trasformata in una colonia statunitense. E l’ignobile atlantismo generalizzato maschera soltanto il servilismo più sfrenato nei confronti del padrone di Washington. Però non è che adesso qualsiasi imbecille, in qualunque parte d’Europa e pure d’Australia, può svegliarsi una mattina e spiegare che sarà lui/lei a vigilare sui comportamenti del futuro governo italiano.
Ci aveva già provato Ursula von der Leyen a minacciare interventi se gli italiani avessero votato male. E subito i chierici del regime draghiano l’avevano difesa, sostenendo che la generosa Ursula ci dà un sacco di soldi e quindi può decidere come dobbiamo votare. Dimenticando che buona parte dei soldi sono in prestito e che l’Italia è contribuente netto dell’Europa, dunque versa più di quanto incassi.

Ma dopo il voto è scattata la gara a chi si intrometteva maggiormente e più fastidiosamente nelle vicende italiane. Putin? Macché! Ha iniziato Elisabeth Borne, primo ministro francese in cerca di visibilità. Incapace di occuparsi della difficile situazione dei transalpini, la Borne ha preferito avvertire che sarà lei a vigilare affinché l’Italia rispetti i diritti (facile immaginare quali) e non faccia passi indietro sull’aborto. In pratica la pessima Borne che non sa gestire la Francia è pronta a scrivere le leggi italiane. Con il sostegno di Ursula, ça va sans dire.
Ovviamente se parla Parigi, Berlino risponde. E non lo fa con un esponente della coalizione rossoverdegialla che governa la Germania, bensì con un esponente della Cdu alleata di Berlusconi nel Ppe. Lo sfigato Jurgen Hardt ha espresso le sue preoccupazioni (e chissenefrega) per le dichiarazioni “post fascista” di Meloni e per quelle razziste ed avverse alle minoranze espresse da altri esponenti di Fdi.
Potevano mancare gli spagnoli? Certo che no. José Manuel Albares, ministro degli esteri, ha già pronosticato “la catastrofe” per l’Italia governata dal destracentro. D’altronde la situazione lasciata dal governo dei Migliori è talmente disastrosa da giustificare il pessimismo. Dall’Australia (proprio l’Australia, non l’Austria) arriva invece l’invito – perlomeno educato e gentile – a non rompere troppo le scatole poiché l’Italia ha bisogno della solidarietà europea. Quella solidarietà che non arriva da François Hollande, l’ex presidente francese che ironizzava sui poveri definendoli “gli sdentati”. Ecco proprio lui, per farsi ricordare visto che è già stato dimenticato da tutti, avverte che la vittoria del destracentro è una minaccia per i diritti fondamentali e rischia di paralizzare l’Europa.
Questo è lo scenario dei partner europei, degli amici democratici che rispettano i risultati del voto. Purché faccia vincere i loro compagni con cachemerino e cane dotato di bancomat. Non a caso Enricostaisereno era andato a pietire il loro sostegno prima del voto. Non gli è servito.