Chi è Franco Baratti?
Franco Baratti è un Avvocato bresciano di 61 anni, sportivo ed amante del mare. Velista dall’età di 9 anni fino ad oggi. Negli anni ottanta ha frequentato il Centro Velico Caprera per tre anni e lavorato nei periodi estivi come istruttore di vela e partecipato ad innumerevoli regate in diverse classi (J24-Ufo -IMS) .Ha navigato in mediterraneo ed in Oceano Atlantico.
Come nasce la passione per la vela? Come l’ha imparata e coltivata?
La mia passione per la vela nasce fin da bambino, trasmessami da mia Madre che aveva avuto la fortuna negli anni 30 di avere una bellissima barca di famiglia (un 6.S.I. dei Cantieri Baglietto ) chiamata Madama. Forse la prima vera barca a vela sul lago di Garda. All’età di 10 circa mio Padre regalò a me ed a mio fratello una piccola Alpa tris con vela latina e lì sbocciò l’amore per la vela che pratico da allora ininterrottamente.
Potrebbe essere definito un hobby o è altro?
La passione per il mare è ben altro che un hobby, è un modo di vivere la natura in modo totale. Si riscoprono i cicli circadiani della vita e si ha la possibilità di conoscere anno dopo anno luoghi e persone che diventano nel corso degli anni un bellissimo bagaglio personale.
Quali i documenti sono necessari per poter navigare?
Nella sua semplicità questa è una domanda complessa .
Il Decreto Ministeriale N. 146 del 9/07/2008, emesso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha per oggetto il regolamento di attuazione dell’articolo 65 del decreto legislativo n.171 del 18 luglio 2005, che riporta il codice della nautica da diporto, ha eliminato la distinzione delle unità da diporto in relazione al mezzo di propulsione. Oggi le imbarcazioni si dividono in:
“natanti” ovvero barche a motore e a vela di lunghezza inferiore ai 10 metri;
“imbarcazioni” ovvero le barche a motore o a vela di lunghezza compresa tra i 10 e i 24 metri;
“navi da diporto”, ovvero unità superiori ai 24 metri di lunghezza.
La patente nautica è obbligatoria nei seguenti casi:
condurre qualsiasi tipo di imbarcazione oltre le 12 miglia dalla costa e/o con motore di potenza superiore ai 30 kW (40,8 Cv);
in caso si guidi una qualsiasi imbarcazione con potenza massima 40,8 Cv, nella norma, ma con cilindrata superiore a 750 cc, se a carburazione a due tempi o a 1000 cc, se a carburazione a 4 tempi fuoribordo, o se a iniezione diretta; o superiori a 1300 cc, se a carburazione a 4 tempi entrobordo o a 2000 cc, se a motore diesel;
per guidare moto d’acqua indipendentemente dalla distanza dalla costa;
per guidare imbarcazioni adibite allo sci nautico.
Non è sempre obbligatorio conseguire la patente nautica. Per condurre un’unità da diporto di lunghezza inferiore ai 24 metri, con cilindrata inferiore a quelle sopra citate e rispettando la navigazione entro le 6 miglia dalla costa, basta che siano rispettate le regole qui di seguito:
aver compiuto 18 anni di età per condurre le imbarcazioni da diporto;
aver compiuto 16 anni per guidare i natanti da diporto;
aver compiuto 14 anni di età per navigare a bordo di natanti a vela con superficie velica superiore ai 4 metri quadrati e per unità a remi entro 1 miglio dalla costa.
Come si concilia una intensa attività professionale con la vela? Cosa richiede per poter essere praticata?
La vela agonistica vuole dedizione sacrificio ed allenamento. La vela diportistica vuole preparazione, ma non richiede tutto il tempo che richiede la vela agonistica, andando per mare per piacere e non per altro. Io per le mie esigenze professionali riesco ormai solo a praticare la vela diportistica, concentrando la mia permanenza in barca nel mese di Agosto, quando vi è la sospensione feriale dei termini processuali e lo studio è chiuso. Ma devo dire grazie alle mie collaboratrici e colleghe che mi consentono di ritagliarmi un po’ di tempo in più nelle altre stagioni. In ogni caso hai sempre con Te Ipad tastiera ed all’occorrenza li usi per le necessità non rimandabili .
In quanto tempo si riesce ad acquisire autonomia?
Questa domanda è soggettiva ed è correlata all’esperienza che ciascuno di noi matura in mare ed al tempo che si riesce a dedicare all’apprendimento. Approssimativamente direi qualche anno. Di certo non è conseguendo la patente nautica che si acquisisce una specifica capacità a condurre imbarcazioni, ma frequentando corsi e navigando con amici, il più possibile .
Ci parli della sua barca, cosa è per lei e come ha organizzato la gestione.
La mia imbarcazione attuale è un’imbarcazione a vela di 14.15 mt. E’ una barca performante a vela, con buoni spazi interni. La curo personalmente, tranne che per le manutenzioni e controlli annuali (carena e motore) per cui mi affido al cantiere di fiducia .
E in particolare della vela…. parliamone.
La vela è l’elogio della lentezza, nel senso che navigando a vela, si possono compiere in barca molteplici attività, oltre alla materiale conduzione della barca e questo concede tempo a chi Vi naviga di “guardarsi intorno “ assaporando tutto il bello del viaggiare in simbiosi con la natura. Il vero momento magico è quando, usciti dal porto issate le vele, si spegne il motore e la barca incomincia a fare ciò per cui è stata progettata. Altrettanto bello è l’arrivare in luoghi nuovi dove potersi fermare. Ogni volta ci si arricchisce di qualcosa .
Come è la vita in un giorno normale in barca a vela?
Una giornata in barca nel corso di una crociera è scandito dai tempi di navigazione. Ci si sveglia con l’alzare del sole, si prepara la colazione e si parte. Poi ovviamente vi sono le variabili dettate dalle distanze del tragitto previsto. D’estate una sosta per il bagno, se possibile, non manca mai. Io cerco di arrivare con la luce per cercare di ormeggiare al meglio, salvo che non entri in Porto ed allora la questione è più banale. Durante la navigazione, viaggiando sempre in equipaggio ridottissimo, cerco di pianificare percorsi non superiori alle 50 miglia giornaliere (se possibile) cosi che l’attenzione non scemi. La navigazione notturna è affascinante, ma presenta molte più variabili e necessita, nei nostri mari, soprattutto d’estate, molta attenzione al traffico. Radar ed Ais sono due buoni compagni in questo caso. Qui la preparazione della navigazione è più maniacale. Lifeline preparate e giubbotto di salvataggio autogonfiabile indossato per chi fa la guardia notturna. Di giorno con il buon tempo è tutto più semplice.
Ci parli dei viaggi più entusiasmanti del passato.
A fine anni 80 ho navigato da Martinica a Grenada, portando come Skipper una barca di 16 metri a vela per 21 giorni. Sicuramente un’esperienza indimenticabile. Ho navigato poi in tutto il Mediterraneo centrale sia d’estate che d’inverno. La vela d’inverno è ancora più bella. Quest’anno ho risalito tutto il Tirreno partendo da Palermo ed arrivando a La Spezia passando per tutte le isole (Eolie, Flegree, Pontine, Arcipelago Toscano). Ogni viaggio lascia ricordi meravigliosi ed è difficile in poche righe raccontarli tutti, perché in ognuno di essi ci sono episodi che ti consentono di ricordarti di lui. Ho avuto la fortuna di vedere la Costa Smeralda prima dell’orrenda cementificazione, ho incontrato più e più volte cetacei, ho visto baie nelle isole ioniche della Grecia che oggi stento a riconoscere per le colate di cemento lungo le loro coste. Quando torno dalle mie crociere estive mi sento più felice.
Programmi per il futuro?
Mi piacerebbe varcare le Colonne d’Ercole e, dopo aver superato Cadice, arrivare a navigare il Rio Gualdiana, che separa il Portogallo dalla Spagna. Ovviamente prima di arrivare a Cadice ed a Gibilterra vorrei vedere dal mare la Costa Brava, di cui mi hanno parlato molto e se possibile fare un “salto” ad Ibiza, ma si tratta di un programma che avevo preparato due anni fa, poi per varie situazioni ho ridisceso il Tirreno e mi sono fermato per un paio d’anni in Sicilia, che credo sia l’isola più bella del Mediterraneo, sia per la Sua grandezza, ma specialmente per la sua diversità. L’ho circumnavigata tutta e posso affermare che è veramente magica. In più d’inverno il clima consente l’uso della barca .
Ci può dire qualcosa delle caratteristiche del mercato dei natanti?
Non so se il termine natante sia stato usato a proposito, nel senso che identifica la nautica minore, quella che non necessita di un abilitazione per essere condotta. Sicuramente le imbarcazioni sotto i 10 metri sono la porta d’accesso alle imbarcazioni più grandi, ed il loro mercato è abbastanza effervescente. Costi contenuti d’acquisto e di gestione. Di contro hanno poca abitabilità, salvo che si viaggi in coppia, velocità ovviamente più modeste, ma non sono limitanti in senso assoluto, dipende da cosa si cerca e dal budget. Se per natanti si voleva identificare qualcosa di diverso, beh allora posso dire che, con l’eliminazione delle agevolazioni sul leasing nautico, il mercato delle barche private subirà certamente una contrazione, mentre quello delle società di noleggio credo che continuerà la propria espansione perché non sarà toccato da questo problema .
La vela è uno sport?
La vela è un super sport. Specialmente la vela praticata con le derive. Tanto è vero che alle Olimpiadi più classi sono rappresentate. Dalle derive poi nascono grandi timonieri e grandi prodieri che fanno felici gli armatori delle barche più grandi. Un atleta della vela non solo deve saper navigare ma deve allenarsi duramente anche in palestra .
Ci sono caratteristiche particolari e se si, quali, per chi vuole avventurarsi?
E’ una domanda alla quale, così formulata, non so rispondere. Credo siano sufficienti preparazione e passione, in quest’ordine.
Vela e famiglia. E’ una realtà possibile? O meglio soli?
Vela e famiglia sono un connubio perfetto. I bambini che si abituano fin da piccolissimi, acquisiscono in poco tempo doti sorprendenti. I miei tre figli ne sono un esempio. Quest’anno il più piccolo, 9 anni e mezzo, ha navigato con me per oltre 850 mg nautiche. Non sempre però la mia risposta entusiasta trova d’accordo le mogli che a differenza dei figli non sempre si adattano alla vita in barca. La barca è un luogo per sognatori se vissuta con passione .
E’ uno sport per giovani?
No, è uno sport- passione per tutte le età. Sempre più spesso vedo armatori ultra ottantenni che navigano ancora felici, così come vedo tanti bambini . E’ anche uno sport inclusivo, partecipato da atleti diversamente abili, addirittura anche per ipovedenti, con un progetto che si chiama Homerus promosso sul lago di Garda da Alessandro Gaoso .
Ci lasci con le sue personali sensazioni quando naviga e su cosa suscitano in lei le varie condizioni atmosferiche e del mare
Descrivere le mie sensazioni è difficile, ma certamente la serenità è una di quelle. Quando navigo sono sereno e di conseguenza felice. Quando faccio un programma di navigazione impegnativo e lo rispetto, mi sento appagato, è comunque e sempre una sfida con se stessi . Ho molto rispetto del mare e cerco di prevenire i suoi stati d’animo più collerici, ma può capitare qualche imprevisto e in quel caso cerco di gestire con la miglior tranquillità la situazione, privilegiando sempre la sicurezza. Poi il mare per me è sempre talmente bello che cerco di cogliere il meglio da ogni Sua sfumatura, sapendo che è il vento che ne determina l’umore.