La Pasqua e la demonizzazione del diesel frenano il mercato europeo dell’auto che chiude marzo con 1.836.963 consegne nei Paesi dell’Ue e dell’Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera), per una flessione del 5,2%.
Per Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, sottolinea che i giorni lavorativi in meno hanno influito pesantemente sul dato complessivo.
Ma a questo si aggiungono le perplessità sul futuro del diesel, ormai demonizzato. Perplessità che colpiscono i consumatori tedeschi ma non quelli italiani, forse sicuri che limitazioni e divieti potranno essere aggirati.
In ogni caso il problema si sta cominciando a porre, anche perché il costo delle vetture ad alimentazione alternativa è ancora troppo elevato per molte famiglie, in particolar modo per quelle dell’Europa del Sud a partire da Italia e Grecia.
Tornando ai dati di marzo, come sempre la quota più consistente delle immatricolazioni è concentrata nei 5 maggiori mercati che rappresentano il 75,9% delle consegne complessive.
Il mercato più importante in quest’area è stato, come sempre, quello della Germania. In questo paese le immatricolazioni di marzo sono state 347.433 con un calo del 3,4%, ma con due giorni lavorati in meno che complessivamente valgono circa il 9% del risultato mensile. Ne consegue che la domanda di autovetture continua ad essere ben intonata tantoché il risultato ottenuto nell’intero primo trimestre (878.611 vetture) è il migliore registrato dal 2000. Proprio in Germania però potrebbe essere cominciato l’effetto della “demonizzazione del diesel” di cui ha parlato Quagliano. Nel primo trimestre le immatricolazioni di auto diesel sono infatti diminuite del 21% a vantaggio soprattutto delle versioni a benzina.
Sempre all’interno della pattuglia dei grandi spicca in marzo il risultato della Spagna che, nonostante due giorni lavorati in meno, cresce del 2,1% e porta l’incremento del primo trimestre al 10,5% con tutti i canali di vendita in crescita. Bene anche il mercato francese che, a parità di giorni lavorati, cresce del 2,2% in marzo e del 2,9% nel primo trimestre. L’Italia chiude marzo con un calo del 5,8% mentre nel primo trimestre limita la perdita all’1,55%. Infine il quinto tra i grandi mercati, quello del Regno Unito, sta conseguendo i risultati peggiori. In marzo le immatricolazioni sono calate del 15,7%. Il confronto con il marzo 2017 è però non significativo perché l’anno scorso marzo fu l’ultimo mese in cui si potevano acquistare auto senza pagare la nuova pesante imposta legata alle emissioni che ha penalizzato fortemente il mercato a partire proprio da aprile 2017 e a cui si deve anche la contrazione del 12,4% nel primo trimestre 2018.
Quanto agli altri 26 mercati dell’area UE28+Efta, il quadro è ovviamente differenziato: si passa dal +35,2% di Cipro al -13,2.% della Danimarca.
Nel complesso comunque 17 mercati su 31 sono in crescita nel primo trimestre.