Una giornalista riceve una pacca sul sedere in diretta tv ed il mondo della politica insorge, la giustizia si scatena, la vittima finisce sugli altari. Un giornalista è in carcere da anni in Gran Bretagna per aver rivelato le porcate infinite del governo americano ma la Camera dei deputati si rifiuta di considerarlo prigioniero politico. Fratelli d’Italia si astiene pilatescamente mentre Lega e Forza Italia votano contro la proposta, insieme al Pd.
Il fronte atlantista ha offerto, ancora una volta, il meglio di sé. Tutti pronti a strillare per l’ingiusta carcerazione di Zaki in Egitto, tutti muti di fronte all’ingiusta carcerazione di Assange in Gran Bretagna. Fronte compatto quando Washington manda i suoi ordini. Neppure un briciolo di dignità, di indipendenza. Non si trattava di rompere le relazioni diplomatiche, di boicottare la carne agli ormoni, di vietare pesticidi cancerogeni. Era poco più di una dichiarazione di dignità da parte dei parlamentari italiani. Ma, evidentemente, era troppo anche questo.
Si spera, perlomeno, che la squallida pagina relativa ad Assange venga ricambiata, immediatamente, con la consegna di Chico Forti, condannato negli Usa con un processo molto dubbio e che da tempo doveva essere trasferito in Italia. Ma ovviamente gli americani non hanno rispettato gli impegni. Così come avevano evitato accuratamente di condannare i piloti assassini che avevano compiuto la strage del Cermis, in Italia. Senza che a Roma qualcuno osasse protestare.
Una repubblica in libertà vigilata, l’Italia. Con una libertà sempre più limitata ed una vigilanza sempre più accurata da parte dei padroni di Washington. Una repubblica atlantista: prima o poi lo inseriranno anche in Costituzione, tanto la maggioranza agli ordini degli Usa è forte come non mai.