“Perché io so io e voi non siete un..”. Il Marchese del Grillo si è trasferito a Torino e fa l’assessore regionale. Utilizzando il cognome Gabusi. Lui, il Marchese, ha deciso che i consiglieri regionali non devono più andare in aula. È pericoloso, il virus avanza. Dunque si affacceranno in consiglio solo i capigruppo. Meglio evitare ogni rischio.
Ma sempre lui, il Marchese, ha deciso che i sudditi, quelli che “non sono un ..”, devono tornare a lavorare in presenza, in ufficio. Perché il Covid è un rischio solo per i potenti mentre il volgo può essere decimato senza problemi. Anzi, una bella selezione naturale può essere un vantaggio. Così si risolve anche il problema degli errori nella costruzione del grattacielo regionale che, un anno o l’altro, verrà persino ultimato.
Però il Marchese del Grillo in versione bagna caoda ha deciso che la presenza in ufficio dei sudditi può non essere sufficiente per una drastica riduzione del numero. Così, visto che è anche assessore ai Trasporti, ha evitato accuratamente di potenziare il servizio, in modo da obbligare gli schiavi a viaggiare accalcati su autobus, tram e treni per i pendolari.
Può bastare? Macché. Il Marchese si è scagliato contro l’ipotesi dei sudditi di mangiare, in pausa pranzo, un panino portato da casa. Devono fare la fila nei bar della zona, mangiando vicini vicini. Perché la sera è obbligatorio il distanziamento nei ristoranti, ma a pranzo è obbligatorio evitare ogni distanziamento.
Tanto il Marchese e gli altri nobili frequentatori del Palazzo mica si mischiano con i sudditi.