Un ignobile Scurati che ordina a Meloni di non commemorare un ragazzino assassinato a Milano da un gruppo di vigliacchi della sinistra extraparlamentare; un’anziana senatrice a vita che ordina di togliere la fiamma dal simbolo di Fdi, “dimenticando” che il proprio marito si era candidato proprio sotto quel simbolo nel 1979. La criminalizzazione della destra italiana da parte dei chierici di regime e dei politici di Poltrone e Divani è preoccupante perché dimostra la disperazione di una gauche che ha perso ogni contatto con la propria base e con la realtà.
A forza di inseguire il peggio del peggio, rinunciando alle lotte per i diritti sociali per tutelare i diritti civili che nascondono capricci privati, la gauche ha continuato ad esercitare l’egemonia culturale pur nella totale mancanza di una proposta culturale. E, in parallelo, è crollato il livello della classe politica di una sinistra che cura l’estetica ma non la preparazione.
Così politici e chierici sono costretti a limitarsi a polemiche isteriche contro Meloni ed i meloniani. Isteriche ed assurde. Ma, soprattutto, del tutto inutili poiché ormai la stragrande maggioranza degli italiani è consapevole che il “pericolo fascista” è una bufala, una idiozia assoluta che scredita chi lo adopera come arma di scontro e non chi viene accusato.
Ed è paradossale che le uniche critiche motivate provengano dal “fuoco amico”. In una intervista al Fatto Quotidiano, Franco Cardini ribadisce di essere amico di Giorgia Meloni ma, proprio per questo, si augura che non vada a governare poiché si è circondata di una classe dirigente “infima, inguardabile”. Cardini non è certo un nemico della destra, non ha pregiudiziali di sorta. Certo, quella di Cardini è una posizione sempre più distante da quella dei neo atlantisti. Ma perché sono i neo atlantisti ad aver rinnegato le proprie radici. Non è un problema, Cardini è uno storico, non un politico. Analizza, non compete per un collegio elettorale.
Ma le sue analisi, le sue critiche rappresenterebbero un assist perfetto per una sinistra che avesse un briciolo di lucidità e di qualità. Invece la gauche preferisce strillare contro l’inesistente pericolo nero. Perché è consapevole di non avere una classe dirigente migliore. Il problema, per l’Italia, è che comunque vada il Paese sarà governato da “infimi ed inguardabili”. Non è colpa del destino, ma di chi ha scelto il peggio per poter primeggiare.