Ma se “la mia generazione ha perso”, come cantava Gaber, la fantomatica “generazione Z” cosa ha fatto? Nelle classificazioni create da non si sa chi, la generazione Z non ha nulla a che fare con la guerra in Ucraina ma indica chi è nato tra il 1997 ed il 2012. Classificazione arbitraria, ma va bene così. È evidente che non si possono giudicare i risultati di chi ha 10 anni o poco più, ma adesso i diversamente giovani si interrogano sulle prospettive di ragazzi e ragazze che, a 20/25 anni qualche indicazione su se stessi l’hanno offerta.
E poiché analisi di questo tipo impongono delle generalizzazioni, non si possono prendere in considerazione i risultati estremamente positivi di qualche individuo o di micro gruppi sociali. Così il quadro che emerge diventa cupo, sempre più cupo e scoraggiante. Grazie anche ai disastrosi errori compiuti da padri e nonni. La scuola è uno schifo, ma l’università è pure peggio. I laureati terminano studi che non solo non preparano al lavoro e tantomeno alla vita, ma che non garantiscono neppure una decente conoscenza della materia studiata e mai approfondita. Un esamificio sempre più semplificato, con crediti conquistati leggiucchiando mini libri di poche pagine.
È vero che diventa più facile ottenere una laurea, ma si demotivano coloro che si erano iscritti all’università spinti da una passione o anche solo da un briciolo di interesse.
Quanto al rapporto con il mondo del lavoro, ma quale dovrebbe essere se le proposte prevedono salari bassi, nessuna prospettiva di crescita, precarietà, nessuna relazione con gli studi effettuati ed anche indignazione padronale se al colloquio il giovane osa chiedere a quante ferie ha diritto e qual è l’orario di lavoro?
Ma anche la rete amicale è andata in crisi. Tra arresti domiciliari di massa, utilizzo asfissiante di smartphone, adesione ad una realtà virtuale e sempre più alienante ed alienata. Non ci si incontra più vis à vis, ma sulle chat, in video collegamenti. Se proprio ci si deve incontrare, è nei locali della movida, tra rumori assordanti spacciati per musica, alcol a fiumi e droghe senza limiti. Non proprio la base ideale per avviare una discussione. Per discutere di cosa, poi?
Come si può pretendere interesse per la politica se i partiti si sono trasformati in comitati d’affari che sostengono iscritti privi di ideali ed anche di idee? Il Pd in versione Schlein può attrarre qualche minoranza sessuale; la destra in versione crosettiana può interessare gli aspiranti mercanti di armi e coloro che sono convinti che la civiltà abbia qualcosa a che fare con chips & fish; gli altri sono persino peggio, tra gli ossequi retribuiti a Soros e la pretesa di rendere obbligatorio lo sfruttamento del lavoro. Se sei eterosessuale e ti senti italiano od europeo, lasci perdere la politica.
Però c’è il volontariato. Per aiutare i clandestini stranieri a trasformarsi in esercito di sfruttati di riserva, in modo da ridurre i diritti sociali degli italiani più deboli. Oppure per aiutare il Soumahoro di turno a far carriera politica.
È vero. Nessuno impedisce ai giovani di ribaltare tutto e di tentare di costruire un futuro diverso. Ma dopo aver fatto crescere una generazione viziata, isolata, sballata, anche paurosa e rassegnata, non si può poi pretendere che si trasformi in un esercito rivoluzionario.
1 commento
Purtroppo i giovani sono in maggioranza senza ideali e tutti accomunati da idiote e strampalate teorie ecologiste, totalmente prive di fondamenti.
SONO TALMENTE STOLTI AVERE COME ESEMPI E SONO FANS DI ALTRETTANTO PERSONAGGI DEMENZIALI.