“Sono furiosa” mi dice un’amica “Mia figlia deve andare in gita scolastica. E io devo firmare l’altorizzazione. Ma sul modulo non c’è più scritto Padre /Madre. Ci sta scritto Genitore 1/Genitore 2” tira il respiro “Ho firmato, naturalmente. Ma mentre lo facevo, ho commentato che è una cosa assurda… E mia figlia mi ha detto: no mamma è giusto. Altrimenti si possono offendere le persone. Quelli che hanno due papà. O due mamme…” fa un’altra pausa “Capisci? Mi ha detto così, a quattordici anni… Ma che ****** le stanno mettendo in testa a scuola?”
È davvero furente. Non è da lei usare certi termini….
Già. Genitori. Uno e due. Anche a scuola di mio figlio. Una cosa, fino a pochi anni fa, inimmaginabile. E ora non solo comunemente accettata, ma imposta. Con una sorda violenza. Perché se osi dire qualcosa in contrario…apriti cielo! Reazionario, fascista. Omofobo!
Che è, poi, l’accusa più cretina. Che c’entra l’omofobia con il riconoscimento dei ruoli naturali del padre e della madre?
Presso i greci, e molti popoli antichi, l’omosessualità era tranquillamente accettata e praticata alla luce del sole. Anzi, vi furono poeti che la esaltavano come il più puro degli amori… De Gustibus… Anche se, su questo tema, ci sarebbe da fare una lunga digressione, per la quale ora non ho, né il tempo, né l’estro…
Comunque uno poteva amare chi gli pareva. E accoppiarsi con chi più gli piacesse. La morale classica non entrava nella sfera della sessualità privata. Questo è stato un portato dei monoteismi..
Però nessuno metteva, né si sognava di mettere in discussione il fatto che ci fosse un padre (maschio), e una madre (femmina). Non per discriminazione, ma perché corrispondeva, e pur sempre corrisponde, alla realtà naturale. E il principio di realtà è il fondamento della nostra civiltà. Andatevi a rileggere Aristotele. Anche se, poi, temo che vi sarebbe la mente gloriosa pronta ad accusare di omofobia anche lo Stagirita…
(nota per quelli che non hanno fatto studi classici o credono che Saviano sia un pensatore: lo Stagirita è Aristotele, perché originario del demo ateniese di Stagira).
Vabbè, che t’importa? dirà qualcuno. Con tutti i problemi che ci sono vai a fare questioni di lana caprina sui moduli scolastici? Se sono contenti così…lasciali cuocere nel loro brodo politicamente corretto…
Però la cosa non è così semplice, purtroppo. Perché cambiando le parole, si finisce con il dare un senso diverso alle cose
Le parole, con cui definisci un oggetto, non sono una mera, ed astratta, convenzione. Che può essere cambiata a piacere. Le parole danno senso alle cose. Anzi, in loro è celato il vero significato. Non a caso il Dio della Bibbia crea l’universo con la Parola. Così, se io cambio la parola, sottilmente modifico la cosa in sé. Compio, anche senza saperlo, un atto di magia. Ma di magia oscura, in quanto tendo a sovvertire l’ordine naturale del Creato. Il relativismo linguistico è lo strumento del caos.
Chiamare Genitore 1 e Genitore 2 il Padre e la Madre, implica non una semplice parità giuridica, bensì l’affermazione della non distinzione dei ruoli. Quella che nel diritto romano era sancita dal fatto che la Madre “semper certa est”. In quanto genera il figlio. E il loro rapporto è…biologico. Viscerale. La maternità è istinto. Nobile. Altissimo.
Il Padre, invece, il figlio lo deve “riconoscere”. È un riconoscimento non solo formale. Piuttosto quello che i greci chiamavano “Agnizione”. È un riconoscere, anzi un riconoscersi spirituale. Per questo, per i Romani (quelli veri) non vi era differenza alcuna fra il figlio biologico e quello adottivo. Ciò che contava era il riconoscimento. E sempre per questo, noto a margine, il figlio porta il cognome del padre. Perché è il segno che come figlio è stato riconosciuto. Punto. Il resto sono chiacchere senza senso da salotti radical chic.
Eliminare Padre e Madre come parole, rivela la volontà di disgregare definitivamente il senso della famiglia. Che non è un mero istituto giuridico. È il luogo della formazione e della educazione dei figli. Ovvero degli uomini e delle donne del futuro.
Senza alcun volo pindarico moralistico e/o metafisico, basterebbe, per capire, pensare ad un fatto molto semplice. Noi siamo mammiferi. E mammiferi che sono usi vivere in branco. E nel branco i ruoli, maschili e femminili, sono sempre ben distinti e definiti. Chi ha letto Konrad Lorenz… Ah , già, scusate…Era anche lui un pericoloso nazista…
I ruoli di genere indistinti, non appartengono alla nostra natura. Come non ci appartiene l’organizzazione perfetta. Che è, invece, propria, ad esempio, di api e formiche…
Ma nel formicaio vi è una sola che comanda. Mentre tutti gli altri insetti sono solo funzionali alla produzione. E sacrificabili senza remora alcuna.
Esagero? Forse… ma guardatevi intorno. Stiamo andando felici e garruli verso una società dove gli individui saranno intercambiabili in ogni ruolo. E funzionali solo alla produzione economica. Pertanto eliminabili quando in esubero o ritenuti superflui.
Non vi saranno più padri né madri. E neppure uomini e donne. Solo formiche tutte uguali e, addirittura, assessuate. Andiamo verso l’indistinto. E la mancanza di differenze, è, semplicemente, il Caos…
E poi pensateci…come potrebbe oggi Camillo Sbarbaro scrivere – invece di “Padre, se anche tu non fossi mio padre…” – “Genitore 1, se anche tu non fossi il mio Genitore 1…”?
E Pasolini, intitolerebbe la sua stupenda, poesia “Alla Madre” “Al Genitore 2”?
Già, ma anche Pasolini era un bieco sessista reazionario…