Quanto è solida l’alleanza del centrodestra? Non troppo, osservando il Nord Ovest dove i continui cambi di casacca non favoriscono rapporti idilliaci. Porte girevoli di un Grand Hotel, più che una coalizione coesa. Gente che va, gente che viene. Il consigliere comunale di Aosta di Fdi passa a Forza Italia. Il deputato torinese Osvaldo Napoli lascia i forzisti e si accasa da Toti. A Torino Federica Scanderebech, eletta nelle file del Pd, passa ai forzisti dove era nata la carriera politica del padre Deodato.

Con in sottofondo questo rabel, non stupisce che Paolo Zangrillo, fratello del medico di Berlusconi e responsabile delle grandi manovre di Forza Italia, faccia trapelare che la candidatura unitaria di Damilano per il centrodestra è tutta da discutere. Soprattutto alla luce del rinvio delle elezioni comunali al prossimo autunno. Ed il ritiro dell’ipotesi Bertolaso per il comune di Roma potrebbe portare i berluscones a rivendicare il diritto di esprimere il candidato per Torino.
Zangrillo non si è limitato a riproporre il nome di Porchietto, che potrebbe essere una falsa flag, ma ha sparato anche il nome di Massimo Giuntoli, presidente degli architetti. Per vedere di nascosto l’effetto che fa.

D’altronde la strana coalizione non è proprio convinta delle chances di vittoria. Ed a qualcuno non dispiacerebbe che ad intestarsi la sconfitta fosse la Lega che ha voluto imporre la candidatura di Damilano. Perché, questa volta, la sconfitta non sarebbe orfana ma avrebbe nome, cognome e bandiera di partito.