La guerra per difendere i prodotti alimentari italiani dalle follie degli eurocialtroni non si potrà più fare. La guerra per difendere la cultura e le tradizioni italiane non si potrà più combattere. L’unica guerra permessa da Bruxelles sarà quella stabilita, di volta in volta, da Washington. Francia e Germania hanno deciso di assestare la spallata finale ad ogni tentativo di tutelare le differenze all’interno dell’Unione europea: basta con il diritto di veto sulle decisioni del Consiglio europeo.
Il che significa, in pratica, che l’asse Berlino-Parigi potrà imporre ciò che vuole. E che i Paesi più piccoli non avranno più possibilità di tutelare i propri interessi, i propri diritti, la propria visione del mondo. Una decisione, quella francotedesca, chiaramente diretta contro l’Ungheria di Orban. Ma che, progressivamente, potrà essere usata contro chiunque non si allinei alle decisioni dei due partner forti dell’Unione.
Ovviamente l’Italia non è stata neppure presa in considerazione in questa alleanza. Benché, a livello di abitanti e di economia, Italia e Francia siano sostanzialmente alla pari. Evidentemente, però, non basta scodinzolare davanti a Biden e fare gli occhi dolci a Macron per venire presi sul serio. Perché, dopo un sorriso ed una pacca sulle spalle, gli altri continuano a fare i propri interessi, con la certezza che il governo italiano tutt’al più strillerà un pochino e poi si adeguerà. D’altronde destra fluida e sinistra armocromata sono impegnate nella gara a chi è più atlantista ed europeista.
Dunque occhi bassi e pedalare. Che si tratti dei tassi, dei clandestini, delle vongole o del vino. Muti e rassegnati. Il famigerato liceo del Made in Italy dovrà attenersi alle imposizioni europee per adeguarsi all’uniformità atlantica. D’altronde già la scelta di definire all’inglese un liceo che dovrebbe difendere l’italianità è un chiaro segnale della sudditanza di fondo.