Mercato auto di dicembre, in Italia. Gruppo Stellantis +3,5%, marchio Fiat -7,2%. Dati complessivi del 2022, Stellantis -15,9%, Fiat -20%. Il marchio che fu torinese registra la peggior performance tra tutti i marchi del gruppo ormai francese. Un tracollo annunciato e che pare non interessare più a nessuno. O quasi. Perché anche in questo inizio del 2023 l’ex sottosegretario Mino Giachino interviene a favore dell’industria automobilistica subalpina e lancia una petizione contro la decisione europea di puntare esclusivamente sull’auto elettrica.
Una scelta che, secondo Giachino, “ci legherebbe mani e piedi ai cinesi”. Non a caso Electomagazine ha pubblicato nei giorni scorsi la notizia che i cinesi produrranno in Marocco l’auto elettrica da destinare al mercato italiano. Indubbiamente qualche timido segnale di ripresa del mercato dell’auto si è registrato, nell’ultima parte del 2022. Inevitabile, poiché le auto si rompono anche in maniera definitiva.
E poi hanno funzionato gli incentivi. “Che non erano stati stanziati nella ultima legge Finanziaria di Draghi. Sono stati stanziati – ricorda Giachino – solamente a fine gennaio col fondo Giorgetti e grazie a una iniziativa partita da me e poi sposata con ardore dal capogruppo della Lega Riccardo Molinari”. Dunque l’auto potrebbe avere ancora un futuro, a Torino. E la petizione – assicura l’ex sottosegretario – sta raccogliendo consensi e fin qui a leggere chi l’ha firmata troviamo Pier Mario Cornaglia, Thomas Baumgartner il titolare della FERCAM, una delle più grandi aziende di trasporto e logistica, Luciano Bonaria titolare della più bella azienda torinese, la SPEA, e un uomo di cultura com il Prof. Quaglieni”.
In compenso mancano i sindacalisti, i vertici delle associazioni di categoria. Manca il Sottosistema Torino. Forse a Giachino dispiace, ma in realtà è la perfetta immagine di un territorio in profonda crisi proprio perché è venuta meno una classe dirigente di livello. “Anche per il 2022 – prosegue Giachino – il Centro Studi Prometeia stima che Torino e il Piemonte crescano meno della media nazionale. E il Prof. Fortis, vice presidente della Fondazione Edison, ha confermato che il nuovo triangolo industriale si è spostato a Est: Lombardia, Veneto e Emilia sono tra le prime 10 regioni europee per Valore aggiunto dell’industria”.
La scelta di abbandonare il settore automobilistico, in scia al disimpegno degli Elkann, può anche essere comprensibile. A patto, però, di sostituirla con qualcosa di alternativo che invece manca completamente.
Un segnale positivo è arrivato da Francesco Profumo e da Alberto Cirio che hanno assicurato investimenti della Compagnia di Sanpaolo e della Regione Piemonte per creare finalmente le basi di un’economia dell’intelligenza. Ma servirà tempo e denaro. Ed i torinesi devono vivere anche in questi anni di attesa del cambiamento.