Secondo l’esperto di populismo e docente di Storia dell’America latina Loris Zanatta, il mondo latinoamericano non rispecchia del tutto la geografia del Sud e del Centro del continente americano ma segue, piuttosto, i canali dettati dalla comune radice coloniale (della penisola iberica), della religione cattolica e della tradizione latina divenendo un concetto storico più che geografico.
Non è un caso allora che un Paese come la Giamaica rispecchi ancor oggi molte similitudini con il mondo anglo-sassone piuttosto che con quello latinoamericano. Alle elezioni legislative del 3 settembre si è riproposta la sfida bipartitica (tipica degli Usa e nonostante i saltuari exploit di Ukip e Scottish National Party anche del Regno Unito) tra il Jamaica Labour Party (Jlp), capeggiato dall’uscente Andrew Holness, e il People’s National Party (Pnp).
Il fortissimo astensionismo, che ha bloccato il dato dei votanti sull’impietosa cifra del 37% degli aventi diritto, e le misure applicate per scongiurare un’emergenza sanitaria a causa del Covid-19, hanno permesso a Holness di riottenere la maggioranza. Non tutte le promesse elettorali fatte quattro anni fa dal quarantottenne leader laburista sono state, però, mantenute nel corso del primo mandato. Il sogno di realizzare 250.000 posti di lavoro si è fermato al di sotto delle centomila unità, un dato comunque da non sottovalutare in una nazione con poco meno di 3 milioni di abitanti, mentre l’aliquota destinata ad aiutare le fasce sociali meno abbienti non ha visto più la luce.
I problemi dell’isola resa famosa dal cantante Bob Marley rispecchiano ancora il passato coloniale, terminato con l’indipendenza proclamata nel 1962, che hanno reso la Giamaica uno Stato debole per effetto delle privatizzazioni dei settori vitali e della mancata riforma agraria che consente tuttora ad un centinaio di famiglie di essere proprietarie della stragrande maggioranza dei campi coltivabili ed edificabili.
Superata la paura della pandemia, tramite un lockdown che imponeva il coprifuoco dalle 19 alle 5 del mattino, ora le vere difficoltà subentreranno con i mancati incassi del settore turistico, vera spina dorsale del Paese. L’aumento della disoccupazione e la crisi economica insieme alla svalutazione del dollaro giamaicano sono gli argomenti ai quali il Jlp dovrà far fronte per evitare sommosse antiliberiste già viste di recente in Cile, Colombia e Brasile.