Cari lettori,
oggi vi presento un artista che ha attirato particolarmente la mia attenzione per la profonda ricerca introspettiva che adotta mentre crea le proprie opere d’arte: Gianluca Patti.
Le sue creazioni raccontano un viaggio autobiografico formato da emozioni profonde, ricordi e delusioni; la tecnica prediletta dall’artista si basa sulla stratificazione di materiali principalmente edili come ad esempio cemento, resine, pigmenti e reti e da colori acrilici molto accesi che in parte crea in manera autonoma mescolando pigmenti e sostanze naturali.
La sua ricerca è incentrata sullo studio del colore, con il quale poi dipinge la tela, e della materia che usa come strumenti per raccontare il suo vissuto in maniera personale.
Lo spettatore ammirando le sue opere si trova proiettato in un mondo immaginario in men che non si dica; composto da installazioni e quadri che stimolano la mente umana alla riflessione sul forte senso di “CONNESIONE” (colonna portante del pensiero di Gianluca) che intercorre tra la sua spiritualità interiore e la realtà circostante che riesce a trasformare in bellissime opere d’arte.
Ognuno deve imparare a contare solo su sè stesso, ma le anime secondo Gianluca possano trovare una sintonia e rispecchiarsi le une con le altre.
La connessione cambia le nostre prospettive iniziali. Ci induce a pensare che ogni parvenza del mondo, ogni voce, ogni parola scritta o detta non abbia il senso che appare, ma ci parli di un viaggio in un mondo parallelo che dobbiamo compiere per riscoprire il nostro animo.
Mai come scrutando con attenzione le tele di Patti questo concetto viene sviscerato e interiorizzato dall’osservatore.
Buona lettura!
B.A.: La tua arte si basa sulla “connessione” cosa rappresenta per te questo concetto?
G.P.: “Parto dal presupposto che la mia arte è connessione con me stesso per cui tutto parte da questo concetto. Esiste un legame fortissimo tra la mia anima, i miei pensieri, il mio vissuto e la mia arte.
Quello che avviene successivamente è molto interessante ma incontrollabile. Indubbiamente si continuano a creare “connessioni” con gli spettatori e gli osservatori delle mie opere”.
B.A.: Quali emozioni provi mentre dipingi?
G.P.: “Mentre dipingo sono immerso nel mio mondo, mi isolo completamente da tutto e da tutti.
Inizia il mio viaggio e le emozioni che provo sono innumerevoli e di vario genere. Spesso sono rilassato e provo un senso di pienezza”.
B.A.: Che tecnica utilizzi nella realizzazione delle tue opere?
G.P.: “Utilizzo una tecnica mista che si basa sulla stratificazione di materiali principalmente edili e da colori acrilici. Sono elementi molto importanti per me ricchi di significati che raccontano storie”.
B.A.: Come nasce la tua carriera artistica?
G.P.: “il mio percorso artistico nasce nel 2009 da autodidatta e inizialmente è una forte passione.
La passione per la pittura è stata una scoperta che sicuramente è sempre stata parte di me e che probabilmente il tempo mi ha aiutato a far emergere.
Credo che la mia carriera artistica abbia avuto una svolta dopo essere stato selezionato al premio indetto dalla rivista Espoarte”.
B.A.: Che rapporto hai con i colori?
G.P.: “Il rapporto con il colore è intimo, aiuta a rilassarmi e ad aprirmi la mente. Mi trasporta in mondi immaginari”.
B.A.: Quanto è importante per te il mezzo pittorico? Nel 2023 ha ancora “senso” dipingere?
G.P.: “Sono un pittore per cui non potrei vivere senza di essa. La pittura è infinita ed immortale. Esisterà per sempre”.
B.A.: Artisti, galleristi, Istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?
G.P.: “Credo che il ruolo di queste “figure” negli anni sia cambiato, si sia evoluto. Indispensabili l’uno per l’altro per creare grandi progetti. Sicuramente ci sono paesi che hanno una sensibilità maggiore nei confronti dell’arte contemporanea rispetto all’Italia. La maggior parte delle persone in Italia è legata alla cultura del nostro patrimonio artistico e l’arte contemporanea credo sia un po’ più di nicchia. Però vedo sempre più persone che si appassionano e probabilmente è merito appunto di tutti coloro che fanno parte di questo mondo e che promuovono questa tipologia d’arte”.
B.A.: Come pensi che un giovane artista possa oggi “districarsi” all’interno del sistema dell’arte?
G.P.: “I giovani artisti hanno sicuramente tante opportunità per entrare e muoversi all’interno di questo mondo. A mio avviso non basta solo essere “bravo” ma devi andare a bussare a tante porte e trovare la tua via”.
B.A.: Cosa pensi degli NFT?
G.P.: “Non conosco bene questo mondo/mercato e francamente le volte in cui mi sono interessato poi non vi è stato un seguito. Sicuramente è un modo come un altro per fare business. Da pittore, mi reputo un “tradizionalista” a cui piace ancora sporcarsi le mani con colore e materia”.
B.A.: Progetti futuri?
G.P.: “Sto lavorando ad un sacco di progetti, il prossimo il 21 di ottobre alla Fondazione Stelline di Milano”.