La carriera di Gianni Versace

Gianni Maria Versace nasce a Reggio Calabria nel 1946, secondo di tre fratelli. Sua mamma è sarta e ha una delle più importanti boutique della città, nei pressi del Duomo. Lì Gianni muove i suoi primi passi. Oltre a vivere l’ambiente di lavoro – più tardi dichiarerà di essere “un sarto” – la Calabria gli farà respirare lo spirito della Magna Grecia, che riproporrà poi nelle sue collezioni. “Quando nasci in un posto come la Calabria, e tutto intorno c’è la bellezza, delle terme romane, dei monumenti greci, non puoi fare a meno di essere influenzato dalla classicità” dichiarerà lo stilista negli anni a venire.
Frequenta il liceo classico, ma non lo termina. Decide quindi di spostarsi a Milano per tentare la carriera di disegnatore di abiti. Il primo brand per cui lavora è Callaghan, grazie al quale entrerà in possesso dell’eredità stilistica di Walter Albini, padre ingiustamente dimenticato del prêt-à-porter italiano. Collabora poi con Jenny e con Complice.
Nel 1978 decide di mettersi in proprio: con il fratello maggiore Santo e il socio Claudio Luti dà vita alla Gianni Versace. Anche l’amata sorella minore Donatella fa parte del progetto: dapprima nell’ambito della comunicazione e delle PR, poi come designer della linea Versus Versace. Quattro anni dopo sulle passerelle le modelle indossano l’oroton, una sorta di maglia metallica con cui Gianni “drappeggia” gli abiti. Il materiale è rivoluzionario e diventa marchio di fabbrica dello stilista. Ma usa anche materiali poveri come la plastica e il vinile, che accosta a tessuti preziosi come la seta. Oltre alle sue collezioni continua anche a disegnare e a fare consulenze stilistiche per altri brand come Byblos e Les Copains.

Ma non si limita all’alta moda e collabora con il teatro e la musica. Disegna i costumi per la Josephslegende di Richard Strauss, quelli per il Lieb un Leid di Mahler, per il Don Pasquale di Donizetti e per il Dionysos di Béjart. Poi veste celebrities di stampo internazionale come Madonna (che farà anche da modella in ben tre campagne pubblicitarie del brand) ed Elton John.
Il mito delle TOP
E’ a Gianni Versace che si deve l’invenzione del fenomeno delle top model, le supermodelle degli anni ’90. Naomi Campbell, Cindy Crawford, Linda Evangelista e Christy Turlington nel 1991 escono a braccetto sulla passerella in un iconico momento per il mondo della moda. Ma non solo, tra le sue beniamine anche Claudia Schiffer, Helena Christensen, Carla Bruni, Yasmeen Ghauri e Karen Mulder, che Versace fa sfilare sulle passerelle e che rende protagoniste delle sue campagne pubblicitarie.

L’omicidio
Con lo storico compagno Antonio d’Amico, un ex modello, viaggia continuamente tra l’Italia e Miami. Lì i due hanno comprato una villa, Casa Casuarina- spendendo ben 10 milioni di acquisto e 33 milioni di ristrutturazioni – dove trascorrono momenti di relax. Ed è proprio sui gradini di ingresso della casa che la mattina del 15 luglio 1997 Gianni Versace viene assassinato con due colpi di pistola. A sparargli fu con tutta probabilità Andrew Cunanan, tossicodipendente trovato morto qualche giorno dopo. L’uomo era inoltre già ricercato dalla polizia per altri omicidi. I tributi in onore del grande genio della moda italiana furono numerosi: mostre, conferenze, spettacoli e concerti. In ricordo di un uomo che ha cambiato l’idea di buon gusto borghese e si è prodigato affinché i corpi potessero esprimere la loro sensualità, liberi da falsi pudori.
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