Che Massimo Giannini, direttore della Busiarda – altrimenti denominata La Stampa – di Torino sia un sostenitore entusiasta dei Poteri Forti non è una novità. Traspare in modo evidente da tutti gli articoli che pubblica sul quotidiano che dirige. Ed abbiamo anche compreso che Biden e Draghi gli vadano particolarmente a genio, in quanto non perde occasione di ripeterci quante speranze egli riponga nei due personaggi che, sempre secondo lui, hanno ricondotto gli USA, l’Italia e il Mondo sulla retta via della “vera” democrazia. Lo si evince, se a qualcuno fosse sfuggito, anche dall’editoriale pubblicato domenica, dal titolo, già esplicativo di per sé, “Italia e USA, bentornato Occidente”.

Già, perché, sempre secondo Giannini, l’unica via democratica sarebbe quella costruita su un solido collegamento tra Roma e Washington. E visto che Macron insiste nel costruire un sistema di difesa autonomo e la Merkel mantiene buoni rapporti commerciali con Pechino e Mosca, ecco che il direttore tira loro le orecchie e si consola affermando che nel giro di qualche mese i due leader europei usciranno dalla scena politica. Per essere sostituiti, come egli si augura o forse già sa, da altri campioni dell’occidentalismo più sfrenato, su cui troneggerà Mario Draghi che, essendo arrivato prima e grazie al gradimento degli stessi Poteri Forti, sarebbe destinato a reggere le future sorti europee e mondialiste.
Basterebbe questo per liquidare con un’alzata di spalle l’opinione di Giannini. Quante volte, da Marx in poi, il pensiero progressista si è lanciato in previsioni messianiche che poi sono state puntualmente smentite dai fatti? Ciò che sorprende è che, in un paio di cartelle, il profeta di via Lugaro metta una pietra tombale su tutti i leader sovranisti o presunti tali, da Trump a Bolsonaro, da Modi a Duterte, da Johnson a Orban, fino a Salvini. Tutti travolti e sepolti dai “passi da gigante” del nuovo (nuovo?) occidentalismo.
Ma ciò che colpisce ancor di più è l’affermazione “non si tratta di depositare un ex-voto a san Mario: con buona pace di chi fa la predica quotidiana ai “giornaloni” (non si sa ancora bene da quale pulpito)”.
Come dire: attenti, se non la pensate come me, che sono depositario degli autentici principi democratici, non avete capito niente. Solo io, e quelli di cui io sono portavoce, possono parlare!
Se si riferiva anche a noi, come crediamo che sia implicito, ebbene risponderemo che:

- Noi pensiamo con la nostra testa;
- Non staremo zitti anche se le nostre opinioni non gli piacciono;
- Non c’è bisogno di avere un “pulpito” per dire quel che si pensa. Tradotto: per ragionare e parlare non è necessario avere dei padroni, politici o economici che siano.
Concetti che a Giannini forse sfuggono, ma che per noi sono imprescindibili.
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