Sarà banale, un’ovvietà… ma stamattina presto, mentre camminavo, mi è venuto in mente il motivo de “I giardini di Marzo”. La voce, graffiante di Battisti, che intona “Che anno è… che giorno è…”
In effetti oggi inizia Marzo. Il primo mese dell’anno nell’antico calendario romano. Quello attribuito a Re Numa. Prima che Cesare introducesse il calendario solare su modello egizio.

È Marzo… il mese che chiude l’inverno e apre la primavera. Ma è freddo e grigio questo primo giorno… altro che carrettini dei gelati come nel testo di Mogol… Un cielo di piombo. E vento freddo. Però le nubi sono alte, e le montagne appaiono nitide, le rocce grigie e azzurrate… la Vigolana è ancora tutta coperta di neve. E scintilla per il raggi di un sole che qui giunge poco, pallido appena… ma lassù evidentemente risplende con ben altra intensità. La Marzola, più vicina, di neve è, ormai, solo screziata. E le sfumature azzurre appaiono più intense… mi chiedo, oziosamente, se il suo nome derivi da quello di questo mese… mi sembra difficile… ma proverò a domandare a qualcuno… qualche vecchio, magari… uno che serbi ancora memoria…
È una mattina strana. Potrebbe essere una coda dell’inverno. Di un inverno insolitamente mite. E siccitoso. I laghi sono molto bassi. Senza pioggia, e soprattutto con ben poche nevicate, si rischia un’estate a corto di acqua… dicono in molti… un problema per le coltivazioni… soprattutto per le vigne…
E i prati hanno un colore indefinito. Un verde più vivo, a tratti, in mezzo ad erba ingiallita. O spenta. Un primo segno di primavera… come qualche gemma sui rami. Che il vento scuote.
E poi vi sono i profumi. L’aria è molto fredda, come dicevo. Ma ha odori diversi… in pieno inverno sapeva di nevi lontane, di resine d’abete, di muschio. Ora, cominciano a prevalere altre sensazioni. Come… di fiori. Che pure ancora non riesci a cogliere con gli occhi.
Dovrebbe cominciare a fiorire la mimosa. È questa la sua breve stagione. Pochi giorni ancora… non ha un profumo intenso. Appena un sentore vago… però basta a spezzare l’odore, ormai stanco, della stagione invernale, E poi, quando fiorisce, è una vampa di luce. Le trombe d’oro della solaritá… anche se Montale parlava dei limoni…

In fondo, a pensarci, è un inizio perfetto per questo mese. Marzo è un mese strano. Mutevole e pazzo… anzi, pazzerello e dispettoso dice la tradizione popolare. Inverno e primavera insieme. Si accavallano. Inestricabili. Per questo ha, ancora oggi, il nome del Dio della Guerra. È periodo di conflitti, tensioni. Trasformazioni. Ha la caratteristica del mercurio. Non è solido. E non è liquido. Direi… fluido…. se l’uso, o meglio l’abuso di questa parola oggi non portasse a fraintendimenti..
Comunque, è inquieto. Come i giardini in cui urge la vita. Inizia la fioritura… ma è una fioritura rischiosa… potrebbe, d’improvviso, tornare la neve. Il gelo e….

Che anno è… che giorno è…
Come continuava? Ah sì…. questo è il tempo di vivere….
Cieli immensi…. dove corrono dolcissime le mie malinconie….
Frammenti della canzone… come folate di questo vento… ma come finisce, poi?
L’universo trova spazio dentro me… ma il coraggio di vivere ancora non c’è…
Beh, è Marzo… pazzo e inquieto.
Incerto.
Ma è anche il mese di Marte. E di un nuovo inizio…