Le polemiche all’interno del Movimento 5(mila) poltrone sulle scuse presentate da Giggino ad un sindaco lombardo assolto dopo l’ennesimo processo di lunghezza inaccettabile, sono perfettamente comprensibili. E non perché Di Maio si sia convertito ad un improbabile garantismo, ma perché si è semplicemente reso conto che, ormai, solo una piccola minoranza degli italiani ha fiducia nella giustizia.

Certo, restano i giornalisti di servizio. Non tanto Travaglio ed i suoi colleghi del Fatto Quotidiano: loro hanno scelto di essere il giornale delle procure e proseguono sulla loro strada; che è poi quella di considerare gli innocenti come colpevoli che non sono ancora stati scoperti. Dal buon selvaggio al cittadino criminale a prescindere.
Quelli pericolosi non sono loro, ma gli altri. Quelli che ripetono come un mantra che un cittadino è innocente sino a quando non viene condannato al terzo grado di giudizio. Invece no, un cittadino può continuare ad essere innocente anche dopo una condanna definitiva poiché, in Italia, non esiste alcuna certezza di giustizia vera. Tanto meno in quelli che sono palesemente processi politici. O in quelli dove ci si scontra con i grandi potentati economici.
La certezza della colpevolezza dopo tre gradi di giudizio significa ignorare, volutamente ignorare, il caso Amara, il caso Palamara, le guerre tra procure, i misteriosi trasferimenti di processi da una sede all’altra e da un magistrato all’altro. Significa ignorare archiviazioni scandalose o condanne inverosimili. Significa credere ai magistrati come apostoli della verità illuminati dallo Spirito Santo. Significa dimenticare la montagna di denaro che, ogni anno, i cittadini italiani devono pagare per i risarcimenti alle vittime degli errori giudiziari. Loro sbagliano e noi paghiamo.

Loro impiegano anni ed anni per arrivare ad una sentenza per una lite di condominio e nel frattempo creano le condizioni per far degenare la lite in qualcosa di più grave.
Ora persino l’Europa interviene per cercare di riformare un sistema che non funziona ma i giornalisti di servizio sono convinti che basti accelerare i processi in ambito civile per accontentare le richieste di Bruxelles. I mancati arresti, le scarcerazioni facili o, all’opposto, condanne pesantissime per reati di minor gravità non rappresentano invece un problema per il partito dei magistrati. I sudditi, in fondo, sono un insignificante particolare nella carriera degli unti del Signore che distribuiscono la giustizia.