Chi oserà ancora sostenere che Giggino è un ignorante? Nessuno! Perché il ministro degli esteri ha dimostrato a tutti di conoscere la geometria. È preparato sull’esistenza del Cerchio (magico) ed ha individuato pure la collocazione del Centro. Cosa si pretende di più?
Gli spostamenti di Luigi Di Maio sono, in realtà, la migliore dimostrazione che la qualità del teatrino politico italiano sta scadendo sempre di più. I centristi, che erano sino all’altro giorno i critici più feroci nei confronti del ministro pentapoltronato, si sono trasformati nelle sirene impegnate ad attirare Giggino tra le loro braccia. O nelle loro spire. Non sugli scogli, per farlo naufragare, perché in questa fase di squallido trasformismo e di ignobile riposizionamento il Centro ha bisogno di numeri. Non di idee, del tutto inutili, ma di numeri per pochi che siano.
E poi non è detto che siano pochi i follower di Giggino. Soprattutto dopo che la Guardia di finanza, con una curiosa coincidenza temporale, ha deciso di andare a verificare i rapporti economici tra l’avvocato Conte (sì, proprio Giuseppi) e l’avvocato Alpa. Rapporti che erano già emersi alcuni mesi orsono, a proposito della torbida vicenda Enasarco. Ma, in quel caso, tutti avevano preferito sorvolare. Ora, però, qualcuno ha ritenuto che potesse esserci qualche stranezza.
Ovviamente si tratta solo di coincidenze temporali che le perquisizioni siano scattate dopo la rottura tra Conte e Giggino. E dopo che lo stesso Giggino aveva giurato amore eterno ad Elisabetta Belloni, capo dei servizi segreti, pur essendo stato il responsabile della sua mancata elezione al Quirinale.
D’altronde se Di Maio vuole riposizionarsi, ha bisogno di nuovi amici, di nuove alleanze. Perché quelle attuali non sono proprio il massimo per assicurare il successo della nuova avventura. Raggi ed Appendino, ossia i due sindaci pentapoltronati spazzati via da Roma e Torino, non hanno dimostrato una qualità politica tale da rappresentare un punto di forza per Giggino. Entrambe hanno suscitato ilarità e commenti pesantissimi proprio in quegli ambienti centristi che ora vogliono attrarre Di Maio. È anche vero, però, che i politici italiani sono i migliori al mondo nel rimangiarsi promesse, impegni, considerazioni, insulti. L’odio va e viene, e si trasforma in passione, in amore perenne. Almeno sino allo spoglio dei voti.