La geopolitica dovrebbe essere legata anche alla geografia. Ma ormai la politica se ne frega del dato di realtà e gli interessi superano ogni ostacolo. Giustificando, tra l’altro, la scuola italiana che evita di affaticare le giovani menti con inutili nozioni su mari, montagne, confini. Dunque è normale che i Giochi del Mediterraneo del 2030 si svolgano in un Paese che non ha sbocchi sul mare. D’altronde Israele gioca nei campionati europei, perché mai il Kosovo non dovrebbe ospitare i Giochi del Mediterraneo?
L’importante era umiliare la Serbia. E, indubbiamente, la scelta di affidare a Pristina l’organizzazione dei giochi ha fatto infuriare Belgrado. Già alle prese con i continui soprusi a cui vengono sottoposti i serbi in Kosovo, nel totale disinteresse dei buonisti a senso unico. Certo, esisterebbe il problema della sede delle gare che si svolgono in mare. Ma lo ha risolto l’Albania, grande sponsor di Pristina, offrendo Durazzo come sede per questa parte dei Giochi.
Ma nel Mediterraneo non si gioca soltanto. Non a caso il governo della famiglia Meloni ha ribadito più volte il ruolo centrale dell’Italia nell’area. Infatti, mentre Mosca inviava aiuti alla Cirenaica devastata dall’alluvione, sono proseguiti i contatti tra Haftar ed il Cremlino. E la Russia è ormai vicina ad ottenere il via libera all’utilizzo del porto di Tobruk o di quello di Bengasi per le sue navi militari.
Tajani, probabilmente, neanche se n’è accorto. Perché evidentemente Biden non glielo ha detto. Forse non gli ha detto neppure che Erdogan ha minacciato di rompere gli accordi con l’Unione europea. E Lula ha messo il limite di fine anno per una eventuale intesa tra Unione europea e Mercosur. Curiosamente Turchia e Brasile rivolgono all’amica Ursula la stessa accusa: perde tempo in viaggi inutili e non arriva mai a risultati concreti.