Girare, nella sera, per i vicoli del paese ove ora vivo, non è come farlo nelle strade della città. Queste sono sempre popolate. E anche quando la Notte si inoltra, hanno un loro brulicare di una vita più… sordida. Che durante il giorno si cela agli sguardi. E, con le tenebre, si rivela… D’Annunzio ne ha tracciato un ritratto di potente suggestione in quella sezione di “Maia” che prende, non a caso, il titolo de “Le città terribili”.
In un paese è tutto diverso. Quando si fa ora di cena, per le vie non si vede praticamente più nessuno. Specialmente in questa stagione, ché qui, ormai, già si è in inverno. E quando cala il sole, la temperatura scende rapidamente.
Quindi, vie e vecchi vicoli deserti. E silenziosi. Se non per il passo veloce, che rimbomba sull’acciottolato, di qualcuno che si affretta verso il tepore della casa.
Ho detto vie e vicoli deserti…ma è sbagliato. Perché deserti, davvero, non sono. Ritiratisi gli uomini, i cosiddetti viventi, si popolano di altre presenze. Di ombre.
Basta la luce di un lampione…e qui i lampioni emanano ancora un alone soffuso, incerto. Tremolante. O lo spiraglio di un’ultima osteria aperta all’angolo della Piazza, da cui proviene, a tratti, il suono attutito di una risata, o di qualche imprecazione. A tratti, come portate dal vento, ché qui le mura delle case sono spesse di pietra. E gli usci di legno massiccio.
Ma soprattutto basta la luna. In un cielo terso e freddo, basta uno spicchio di luna….
E, allora…le vedi.
Le ombre, che si allungano su un muro. Che si celano, veloci, dietro l’angolo. Che ti seguono…
Ve ne sono, ad esempio, due che mi pedinano quando imbocco la viuzza che mi porta a casa in pochi passi. Due, non una, come sarebbe naturale. Ne sono certo. Ogni volta ne colgo la presenza con la coda dell’occhio. Proiettate sul muro sbrecciato. Camminano piano. Ovviamente in silenzio. E…mi seguono..
Ora, un’ombra mi sembrerebbe naturale. Io non sono il Peter del romanzo di von Chamisso, e la mia ombra mai l’ho venduta. Né al diavolo, né ad altri. Ben poco merito in questo. Non ho incontrato nessuno che mi facesse una proposta. Per lo meno, una proposta… allettante. Evidentemente, oggi come oggi, l’offerta di ombre e anime in vendita supera, di gran lunga, la richiesta. Anche il Diavolo ha troppo lavoro. E con una borsa d’oro, o anche meno, si può comprare tutte le ombre di Montecitorio e Palazzo Madama. Tanto per fare un esempio…
Quindi, non mi stupisce che vi sia un’ombra che mi segue. Costante. Ma due? L’altra che è? O meglio, chi è?
Intendiamoci, non è una domanda che mi ossessioni…ho ben altro cui pensare. Però, ogni volta che vedo questa accoppiata, non posso fare a meno di chiedermelo.
Mi è venuto, più di una volta, di ripensare al Don Juan di Carlos Castaneda. Quando lo stregone dice a Carlitos:
Ogni tanto sbircia con l’occhio sulla tua sinistra. Vedrai un’ombra. È la tua morte, che ti segue fedelmente dalla nascita…
Detta così, potrebbe fare paura. Riuscire, addirittura, paralizzante. Ma subito il vecchio sapiente yaqui aggiunge: quando sei assillato da dubbi, oberato da problemi, paure, ansie… guarda l’ombra della tua morte. E chiedile consiglio. Tutto si ridimensionerà. Tutte le paure diventeranno inconsistenti. Ti sentirai più leggero…
Vabbè, però queste ombre che mi seguono, sono, sempre, due. E non mi era mai accaduto prima. In città, a dire il vero, era già un evento se, per caso, ne vedevo una. Solitaria. Come me.
Ma qui, sono due. Camminano insieme, e giocano con me a rimpiattino. Tutto sommato, ho l’impressione che si divertano. Che stiano bene insieme. Che non si sentano più sole… forse, perché anch’io meno solo mi sento, ora.
Meno grappa. E meno vin brulé….mi sembra di sentirlo il Direttore….tra poco comincerai a vedere i marziani girare per il paese…
Però, sinceramente, non credo che c’entrino le, corroboranti, bevande di stagione. Piuttosto…
Beh, insomma, sono un vecchio, inutile erudito…e mi vengono in mente tanti libri. Letti, e che credevo dimenticati.
Libri come “Il richiamo di Alma” di Stelio Mattioni. Un grande scrittore, per lo più ignorato e, presto, dimenticato.
E, chissà per quale scherzo della memoria, “L’amante invisibile” di Elemire Zolla. Che è saggio sull’erotica sciamanica. La ricerca di un’Amante/Amata che non appartiene a questo mondo. Che appare solo in sogno. O come ombra. Così come l’Alma del romanzo.. un’ombra, un’apparizione, vanamente inseguita per tutta la vita…
Però, da quando sono qui, la mia ombra non è più sola. E tutto sommato, quando le intravvedo insieme proiettate sul muro, mi sembra… felice.
Chissà… forse, per una volta, non è l’ombra a seguire i miei gesti. Forse cerca di farmi capire qualcosa… forse…mi anticipa…
Va bene, Direttore…la finisco qui. E vado a dormire. Domani, tornerò a parlare di altro. Di altre ombre, che si aggirano di giorno nelle città. E nei corridoi della politica. Credendo di essere…reali.
Spengo la luce. La mia ombra, ora, va anche lei a dormire. Non da sola…