Non è certo un cretino, Giorgetti. Non è umorale e non si lascia scappare, inavvertitamente, frasi spiazzanti. Dunque la sua dichiarazione a favore di Calenda come sindaco di Roma, e ai danni di Michetti indicato dalla coalizione di centrodestra, rappresenta qualcosa di diverso da una battuta ma appare come una evidente presa di distanza dalle indicazioni assurde dei suoi compagni di partito e degli alleati.
I sondaggi dei giorni scorsi, tutti negativi per Michetti in caso di ballottaggio con Gualtieri, si limitano a trasformare in percentuali ciò che tutti pensano. Nonostante la modestia di Gualtieri, nonostante il consenso per il centrodestra. Michetti, grazie ai partiti che lo sostengono, potrebbe arrivare in prima posizione al ballottaggio, per poi perdere al secondo turno contro l’ex ministro. Secondo Giorgetti, invece, Calenda con il sostegno del centrodestra potrebbe battere Gualtieri nel testa a testa. E sarebbe probabilmente il sindaco migliore rispetto agli altri candidati.
In fondo, però, Giorgetti è convinto che la partita di Roma sia già persa in partenza proprio a causa della candidatura assurda. Esattamente come a Milano. Dunque diventa più utile blandire Calenda non in vista di un sostanzialmente inutile appoggio al ballottaggio bensì guardano al futuro ed alle elezioni politiche che, prima o poi, si dovranno svolgere. Così il sostegno di oggi, che non serve a nulla ed a nessuno, può rappresentare una sorte di ponte per convincere Calenda ad attraversare il fiume e spostarsi sulla riva del centrodestra.
Inoltre, scaricando Michetti, Giorgetti sbatte in faccia a Meloni, Tajani ed allo stesso Salvini il macroscopico errore compiuto con le candidature di Roma, Milano e Napoli. Ma è anche una ennesima tappa nella resa dei conti in casa Lega. Dove si litiga non solo per i sindaci ma anche per le candidature nei consigli comunali e persino nelle circoscrizioni. Così come si litiga in Fdi e tra Fdi e Lega. Il tutto mascherato da una “sana” competizione a destra quando, invece, gli scontri sono perlopiù conseguenza di beghe personali, di invidie, gelosie.
Crisi di nervi, perché per arrivare a crisi politiche occorrerebbe averla, una politica.