Sul superbonus 110 ha ragione Giorgetti. E non per gli abusi, le truffe, le immancabili furbate di questa italietta che ignora ogni regola. Ha ragione sul fatto che si sta drogando il settore dell’edilizia, con tutto ciò che comporterà nei prossimi anni. Ma anche con tutto ciò che comporta nel presente. I responsabili del settore sostengono di essere delle vittime, di essere le parti lese in questa vicenda delle truffe del superbonus. Sarà anche vero, ma è stato imbarazzante il loro silenzio prima che emergesse lo scandalo.
Ma ancor di più è imbarazzante non solo il silenzio ma anche la giustificazione di fronte al vergognoso aumento dei prezzi per gli interventi legati al superbonus, al bonus facciata, al sismabonus. Per ripulire una facciata di 4 piani tre aziende diverse hanno chiesto, rispettivamente, 190mila euro, 90mila e 65mila. Davvero l’associazione di categoria è convinta che le imprese del settore siano vittime e non colpevoli della situazione che si è creata?
Davvero l’associazione di categoria ignora le infiltrazioni della malavita organizzata?
Ma, soprattutto, l’associazione crede davvero che gli attuali prezzi folli possano essere imposti anche dopo la fine dei bonus vari? È su questo che Giorgetti ha ragione. Il settore è drogato e la disintossicazione avrà effetti estremamente pesanti. Tanti, benedetti e subito. Sino a quando una parte consistente della spesa sarà scaricata sulla fiscalità, il gioco reggerà. Poi, quando saranno i privati a dover affrontare spese assurde, il mercato crollerà. Anche perché, nel frattempo, l’impoverimento del ceto medio si accentuerà e, dunque, si ridurranno ulteriormente le opportunità di intervento.
Perché non sono in tanti a potersi permettere alloggi a Milano da oltre 11mila euro al metro quadro nelle zone vip e da 5mila euro in quartieri a rischio delinquenza.
E questo spiega anche la difficoltà nel reperire la manodopera: i lavoratori del settore sono perfettamente consapevoli che la bolla dell’edilizia è destinata a scoppiare. Dunque cercano altre occupazioni in comparti che possono garantire un futuro.