Genuflettersi davanti agli imprenditori che incassano denaro pubblico e scappano all’estero; scaricare il sottosegretario Durigon reo di aver difeso la memoria del fratello del Duce; difendere il ministro Lamorgese che favorisce l’invasione e non è in grado di sgomberare un rave party abusivo ma che scatena le truppe contro i pensionati al bar. Sì, non ci sono dubbi: Giancarlo Giorgetti studia da leader dell’ammucchiata di Lega e Forza Italia.
D’altronde Matteo Salvini le sta sbagliando tutte, dalla politica estera al lavoro, dalla scelta dei candidati per le elezioni amministrative alle grandi strategie politiche nazionali. Dunque Giorgetti può sgomitare, forte del sostegno di Sua Divinità Mario Draghi. Che non avrebbe potuto sognare un leghista più ubbidiente, disponibile, servizievole. In grado di eliminare ogni velleità residua di cambiamento ancora presente nella base leghista.
Normalizzare, ricreare la grande balena democristiana, narcotizzare la protesta. Tutti buoni, in fila per due, opportunamente distanziati e con in mano non le bandiere delle nazioni padane ma il vessillo a Stelle e strisce. Da padani ad atlantisti, un bel cambiamento di prospettiva. Ma Palazzo Chigi val bene la cancellazione di Pontida. Sì, ma per fare cosa? Conquistare il governo, quando Sua Divinità ascenderà al Quirinale, per continuare a prendere ordini da Washington? Per continuare a rubare i soldi dei contribuenti e regalarli a chi trasferisce all’estero la sede fiscale dell’azienda e poi anche ciò che resta come attività produttiva?
Conquistare il governo per continuare a servire gli oligarchi massacrando il ceto medio sopravvissuto? Per continuare a favorire l’arrivo di nuovi schiavi da mettere a disposizione di un padronato ottuso e privo di ogni prospettiva?
I primi sondaggi dopo gli annunci di federazione tra Lega e berlusconiani non sono proprio entusiasmanti. E se le amministrative di ottobre non dovessero andar bene – ed è improbabile che vadano bene – i vertici della Lega dovranno fare qualche riflessione sul nuovo corso di ragionevolezza che si trasforma in ossequio al potere già esistente. Candidati sbagliati, strategie sbagliate, analisi sbagliate. E tutto per sembrare affidabili e farsi accettare dalle oligarchie. Può andare bene se, una volta accettati, ci si sbarazza degli oligarchi. Ma le scelte di Giorgetti sono quelle di chi ha l’unico scopo di entrare a far parte delle attuali oligarchie.
1 commento
Buon giorno. Vi seguo da un pò con una certa assiduità. Continuate così. Saluti