Tra Scipione l’Africano e Bud Spencer in versione Piedone l’Africano, spunta ora Giorgina l’Africana. Magnificata per il suo periglioso viaggio in Terre Incognite che pare qualcuno abbia battezzato come Algeria. La corte dei miracoli che stila i resoconti dei movimenti del presidente del consiglio forse non sapeva che sono numerosi gli italiani che, in questo Paese misterioso, trascorrono persino le vacanze. E che i rapporti commerciali tra Algeri e Roma non sono proprio una novità.
Però meglio tardi che mai. E poi non è colpa di Meloni se i chierici trasformano un normale viaggio di Stato in una sorta di impresa eroica. Ora, comunque, Algeri aumenterà le forniture di gas all’Italia per trasformare il nostro Paese in un hub dell’intera Europa e renderci indipendenti dalla Russia. Quella Russia brutta e cattiva che ha un rapporto privilegiato proprio con l’Algeria bella e buona. E i soldati algerini si addestrano insieme a russi, bielorussi, cinesi. Mancano solo i nordcoreani per far soffrire ancora di più Crosetto.
E ad Algeri arriverà presto Lavrov, il ministro degli Esteri russo impegnato in una tournée africana per promuovere il vertice russoafricano che si svolgerà a San Pietroburgo a fine luglio. E prima dell’Algeria Lavrov visiterà Sudafrica (per preparare manovre militari congiunte che coinvolgono anche la Cina), Botswana, Angola e poi Tunisia, Mauritania e Marocco, oltre all’Algeria. Ma è la seconda tournée dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. In estate il ministro russo era già stato in Uganda, Congo, Etiopia (dove aveva anche incontrato i leader dell’Unione Africana) ed Egitto.
Non è il solo impegnato in tournée. Il ministro cinese Qin Gang è già stato la scorsa settimana in Etiopia, Gabon, Angola, Benin ed Egitto. Mentre Washington ha spedito il segretario al tesoro in Senegal, Zambia e Sudafrica.
Tutti con qualche piccola differenza rispetto all’Italia ed al pomposo Piano Mattei. Al di là del fatto che Mattei non era un maggiordomo di Washington, ed è stato assassinato, l’Italia non può mettere sul piatto le ingenti risorse messe a disposizione da Pechino e Washington; non può offrire i mercenari della Wagner con le armi che la Russia ha inviato in Mali e che darà anche al Burkina Faso. Non può imitare Mosca che, al vertice di luglio, offrirà a tutti i Paesi africani la proposta di scambi commerciali senza più usare il dollaro. Anzi, l’Italia è schierata con gli Usa che minacciano gli africani di estendere anche a loro le sanzioni se osano commerciare con la Russia. E chissenefrega se è da Mosca che arriva il cibo per l’Africa.
Quanto all’Italia come hub europeo del gas, ci sarà da contrastare la concorrenza turca. E non partiamo avvantaggiati.