“Dall’inizio dell’anno sono morti 773 lavoratori, 382 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade”. Carlo Soricell, che 15 anni or sono ha creato l’Osseevatorio nazionale sui morti sul lavoro, aggiunge che giugno di quest’anno ha rappresentato il peggior mese da quando esiste l’Osservatorio. “In questi numeri – precisa – ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni”.
E questo spiega anche le discrepanze con l’Inail che sostiene si sia registrato un calo. Ma, appunto, se si considerano tutte le vittime, l’aumento è evidente. Anche escludendo le morti in itinere, a fine giugno le vittime erano 382 contro le 352 alla stessa data dello scorso anno. Ma quando Soricelli ha creato l’Osservatorio, nel 2008, le vittime erano state 291. L’incremento è del 24%, ma non sono cifre: sono persone. Uomini e donne, figli e genitori. E, sempre più spesso, sono anche nonni. Perché Elsa Fornero e quelli come lei ignorano i rischi che crescono con l’innalzamento dell’età della pensione. Ed ignorano pure che ci sono pensionati costretti a continuare a lavorare per cercare di sopravvivere nonostante le pensioni inadeguate alla crescita del costo della vita.
Però, invece di sopravvivere, muoiono sul lavoro. Mentre il premio per la strage sarà una poltrona presidenziale per Elsa la belva (come la chiamavano i più educati dei suoi studenti), alla guida di una fondazione bancaria.
D’altronde ai chierici di regime poco importa dei morti sul lavoro. Contano solo le vittime ucraine. Se sono italiani e se sono morti lavorando, basta una “breve” su una pagina interna di un quotidiano locale. E per arrivare in tv bisogna crepare in compagnia. Uno per volta non conta nulla, non ha neppure il diritto ad essere menzionato tra le notizie fondamentali del matrimonio Turci/Pascale o del vincitore di qualche reality.
Anzi, le vittime del lavoro sono fastidiose. Mettono in dubbio l’efficienza del governo, la generosità dei padroni, la rapidità della giustizia. Come per la strage di Viareggio. 32 morti e nessuno finirà in galera. È come se fosse stato un suicidio di massa, e peccato che nessuno di lorovolesse morire quella sera. Stragi sul lavoro, stragi per il lavoro. Migliaia di morti per l’amianto. Non paga nessuno. Si possono andare a colpire i grandi nomi dell’imprenditoria e della finanza? Certo che no. Mica c’è ancora qualcuno convinto che la legge sia uguale per tutti?