Cosa non si fa per le poltrone! Quanti insulti si possono digerire in cambio di una sopravvivenza nel governo nazionale ed in quelli locali! Giuseppe Conte ed il Movimento 5(mila) poltrone hanno rinunciato ad ogni dignità nella spasmodica ricerca di una qualsiasi forma di intesa con il Pd. Letta ed i suoi hanno chiarito che, per loro, è impossibile un accordo con i pentapoltronati a Roma e Torino dove gli adepti di Beppe Grillo hanno governato malissimo.
In cambio, però, il Pd è così generoso da accettare il sostegno dei pentapoltronati per i candidati sindaci piddini. E di fronte a quello che è un palese insulto, Conte abbozza e finge che il patto sia equo, paritetico. Pazienza se, in pratica, Letta ed i suoi considerano i compagni di strada come accattoni incapaci, incompetenti, inadatti al governo. L’importante per l’ex lìder minimo è non scomparire dalla scena. Anche se ormai si è trasformato in una macchietta patetica.

Persino Casaleggio junior ormai lo sbeffeggia ad ogni occasione. E quando il figlio del fondatore spiega di non voler aspettare Godot per arrivare ad un’intesa con il Movimento, c’è da immaginare Davide Casaleggio mentre si sbellica dalle risate pensando alla nomenclatura pentapoltronata che si interroga su quando si sia iscritto al Movimento questo sconosciuto Godot.

Ridotti a ruota di scorta del Pd, senza neppure la possibilità di recuperare l’elenco degli iscritti senza pagare, prima, quanto preteso dalla piattaforma Rousseau. I pentapoltronati guardano con terrore all’idea che Dibba possa stancarsi di fare il Cincinnato e possa tornare in politica raggruppando i tanti scontenti che non si rassegnano a farsi guidare dal disastroso avvocato del popolo. Un partito allo sbando, privo di idee, di ideali, di princìpi.
Però pronto a portare i voti indispensabili al Pd per vincere alle amministrative di autunno. Non importano i candidati, non importano i programmi. Non importa neppure se il Pd vuole i voti al primo turno oppure se preferisce evitarli perché maleodoranti in attesa che si trasformino in rose profumate al ballottaggio. Gualtieri e Zingaretti stroncano la pessima esperienza di Raggi, ma gli elettori pentapoltronati saranno chiamati a sostenere con entusiasmo il candidato del Pd per farlo diventare sindaco di Roma. Sono i miracoli del nuovo corso di Conte.