Non c’è ombra di dubbio: Giuseppi Conte è un vero signore. Sarà un modesto politicante ed un pessimo presidente del consiglio, ma a signorilità non lo batte nessuno. Per chiedere a Beppe Grillo di farsi da parte, l’ex lìder minimo insiste sul ruolo del padre. Che padre vuoi essere, Beppe? Uno che nobilmente fa crescere un figlio e, felice, lo vede decollare verso successi meravigliosi? Oppure un padre padrone che impedisce alla propria creatura di diventare adulta?
Una scelta non casuale, quella di Giuseppi. Perché Grillo è alle prese con la vicenda processuale del figlio ed il suo ruolo di padre reale è profondamente in crisi. Dunque Conte sceglie di attaccare il “garante” proprio sul piano personale. Una grande dimostrazione di stile che denota le qualità umane dell’ex presidente del consiglio.

Si vedrà oggi come deciderà di replicare Grillo. Ma lo squallore di tutta la vicenda rappresenta perfettamente la parabola politica degli ex 5 Stelle trasformati in 5(mila) poltrone. Attaccati al potere, pronti a rinnegare tutto e tutti pur di conservare uno scranno in parlamento, uno strapuntino nelle Regioni e nei Comuni. Hanno cancellato Casaleggio, hanno buttato a mare le dichiarazioni “mai con il Pd”, hanno dimenticato Bibbiano, non vogliono più limiti di mandato.
La creatura divora il padre, non per emanciparsi ma per poter ingrassare. Non importa sotto quale bandiera. Perché a Conte non interessano le bandiere, preferisce le banderuole. Meno impegnative, più accomodanti. E senza l’ingombro di padri scomodi.