Che Giuseppe Conte sia uno che ama comparire è cosa nota. Da quando è presidente del consiglio non ci ha fatto mancare esternazioni, conferenze stampa ed interviste in numero ragguardevole.
Di solito dice cose note che sono già trapelate attraverso gli organi di stampa da ore se non da giorni.
Per questo l’intervista rilasciata a Il Giornale pubblicata domenica ha suscitato un insolito interesse per almeno tre motivi.
Innanzitutto la scelta della testata. Come è noto il quotidiano diretto da Sallusti è molto vicino alla famiglia Berlusconi. Ciò ha permesso al premier di aprire una linea di credito politica a Forza Italia. «Io sono sempre aperto al dialogo con tutti – ha detto Conte -. Ho apprezzato l’atteggiamento costruttivo e responsabile di Forza Italia, tanto nell’emergenza coronavirus quanto nei rapporti con l’Europa».
Un’affermazione singolare dal momento che molti osservatori – per esempio Ugo Magri su La Stampa – affermano che Mattarella starebbe già pensando a un nuovo esecutivo e a nuove maggioranze, magari trasversali. Per esempio a un rimescolamento dei gruppi parlamentari che tagli fuori i seguaci grillini di Di Battista e crei una nuova maggioranza con il resto dei 5Stelle, Pd e proprio Forza Italia. Lo scopo sarebbe un “governissimo” a guida Draghi o magari – aggiungiamo noi – un Conte ter.
In secondo luogo alla domanda “Colao l’ha nominato lei o le è stato suggerito da Mattarella? Sarebbe pronto ad affidargli una responsabilità ministeriale?”, Conte ha risposto: «Vittorio Colao è un manager esperto che tutto il mondo ci invidia […] Conoscendo(lo) non credo che la sua aspirazione sia far parte della squadra di governo, per cui un allargamento della squadra ministeriale non è all’orizzonte».
Come si può vedere la risposta aggira con un abile gioco di parole la questione posta dall’intervistatore. Domanda: Colao diventerà ministro? Risposta: non credo che lo voglia fare. Per Conte è meglio che faccia parte della task force che guiderà il governo nella Fase2, così come lo stesso governo si è affidato completamente al comitato tecnico scientifico nella gestione dell’emergenza sanitaria. «Il compito del comitato è quello di elaborare analisi e proposte utili per la ripresa graduale dell’attività economica e di suggerire nuovi modelli organizzativi e relazionali». Prepariamoci, dunque, all’imposizione di comportamenti decisi – anzi no – “suggeriti” da Colao e imposti dal Governo con appositi DPCM.
L’ultimo aspetto potrebbe essere comico se non fosse tragico. Sallusti chiede se “in una prospettiva di medio periodo […] possa essere più efficace l’azione di un governo per così dire di «unità nazionale»?”. Domanda alla quale Conte risponde: «Quel che davvero serve al Paese è avere un governo sostenuto da forze che maturino la piena convinzione che l’opera di ricostruzione sarà tanto più efficace se tutti lavoreremo nella medesima direzione […] Questo compito deve spettare alla politica, intesa con la “P” maiuscola, non può essere affidato a governi tecnici. […] Io sono sempre per un governo politico che ci mette la faccia e dovrà risponderne agli elettori».
Capito? Come se lui abbia mai avuto un confronto diretto con l’elettorato e non soltanto con i poteri forti! E come se questa maggioranza, o le altre ipotizzate, possano essere considerate conformi alla volontà del popolo sovrano!