Historia magistra vitae? Lo pensava Cicerone, sbagliando completamente. La storia non insegna nulla poiché gli uomini commettono sempre gli stessi errori.
È forse questa la spiegazione di fronte alle perplessità sulle prospettive di un’alleanza (o accordo, o contratto, o come si preferisce definire) tra Movimento 5 Stelle e Pd.
Alleanza anomala, spuria, innaturale secondo chi è schierato su fronti opposti, ma anche secondo molti militanti dei due schieramenti, contrari ad una intesa di vertice.
La storia è ricca di episodi analoghi. In genere finiti tragicamente. Lorenzo Pezzica dedica un libro a “Le magnifiche ribelli”, donne anarchiche che appoggiarono inizialmente la rivoluzione russa del 1917 per poi finire stritolate, uccise, esiliate, incarcerate. Il saggio, pubblicato da Elèuthera, ripercorre il percorso di queste donne che si erano illuse di fronte al cambiamento, alla rivoluzione. Alcune di loro, in esilio perché si erano opposte al potere zarista, erano tornate in Russia, soprattutto a Pietrogrado, per partecipare alla rivoluzione, per combattere contro l’esercito “bianco” e contro gli altri Paesi nemici della rivoluzione.
Già, perché all’epoca si tornava in patria per combattere, non si fuggiva perché c’era la guerra.
Donne coraggiose, convinte, pronte ad affrontare rischi e difficoltà in nome dell’anarchia. E proprio per questo deluse ma ancora combattive, questa volta contro i bolscevichi. Che prima utilizzano gli anarchici contro i nemici della rivoluzione. Poi li sterminano perché non servono più.
Lezione imparata?
Macché. Nella guerra di Spagna gli anarchici combattono contro Franco insieme ai comunisti filosovietici. Ma questi ultimi si impegnano più a sterminare gli anarchici che non a combattere i franchisti.
Per fortuna ora lo scontro è solo politico e non armato. Ma gli obiettivi, in queste alleanze innaturali, sono sempre gli stessi: annientare gli alleati. Con abbracci mortali, con trattative estenuanti volte solo a distruggere il partner politico del momento. Tre schieramenti sono troppi e chi ha perso cerca in ogni modo di recuperare annientando chi accetta di essere coinvolto in questo gioco.
Alleanze, peraltro, a geometria variabile. Perché se a Roma si pensa ad un accordo tra 5 Stelle e Pd, in Valle d’Aosta, chiamata al voto il 20 maggio, si valutano le possibilità di intese tra 5 Stelle e Lega. La confusione è grande sotto il cielo. Ma il presidente Mao è morto da tempo e non può approfittarne.