“Arruòlati tra i russi dissidenti! Avrai spazi sulle tv e sui media italiani di regime”. E non solo su quelli italiani, ovviamente. La propaganda atlantista ha trovato un nuovo obiettivo. Questa volta indolore per la vita dei sudditi europei. Si sta infatti cercando di organizzare una sorta di società russa alternativa, accolta e coccolata in Europa Occidentale e negli Stati Uniti. Anche in questo caso – come in Gran Bretagna per i super laureati – si guarda agli intellettuali, ai professionisti, ai tecnici super specializzati. Per offrire un’immagine di prestigio dei dissidenti che hanno preferito il mondo atlantista, la democrazia, bla bla bla…
D’altronde è un ambito in cui la Russia è totalmente inesistente. L’hard power di Mosca funziona peggio del previsto ma, in compenso, il soft power non si sa cosa sia. Il totale fallimento dell’ambasciata russa in Italia sotto l’aspetto della creazione di consenso (o almeno di un briciolo di simpatia) è la chiara dimostrazione di una incapacità assoluta nel gestire i rapporti internazionali al di fuori della politica estera e della diplomazia ufficiale. È il disastroso effetto di aver accantonato gli esperti dell’Urss – estremamente efficaci nella gestione del consenso in Italia, tra vagonate di rubli per le iniziative culturali e la creazione di centri studi collegati – per affidarsi all’immagine degli yacht degli oligarchi, delle mega ville, dei party cafonal. Manco ci fossimo fermati ai tempi dell’edonismo reganiano.
Così i media italiani di regime sono ancora lì a valutare la crisi russa sulla base della chiusura dei McDonald’s come se Zio Vania, la catena russa che ha sostituito la multinazionale americana, non propinasse le medesime cibarie. Essere in ritardo di qualche anno rispetto al modello yankee non significa proporre un modello alternativo. Di conseguenza ci si ritroverà con i dissidenti russi coccolati dagli atlantisti ed impegnati a sostenere lo stile di vita americano mentre, in Russia, si proporrà il medesimo stile di vita però con nomi russi. Una libidine!
Con l’unica differenza che gli statunitensi sanno fare marketing ed i russi no. Quindi la scopiazzatura moscovita o sanpietroburghese avrà meno successo.
Le alternative sono due: o Putin approfitta della guerra per liberarsi degli oligarchi e per cambiare il modello sociale, oppure si decide ad investire nel soft power e sostiene musicisti, scrittori, artisti russi con adeguate iniziative anche fuori dai confini russi. Aver investito su oligarchi rapaci e su militari incapaci non è stata una grande idea. Dunque occorre il coraggio e l’intelligenza per cambiare.
1 commento
Speriamo che prevalga il coraggio e l’intelligenza.