Era partito bene, Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione industriale di Torino: “Adesso molti imprenditori potrebbero essere addirittura obbligati a fermare gli impianti e tener chiuse le fabbriche per non subire perdite disastrose a causa di bollette che lieviteranno nel 2022 rispetto al 2021 del 320% per il gas e del 150% per l’energia elettrica, secondo le previsioni del Consorzio Unionenergia dell’Unione Industriali di Torino. Un costo insostenibile per le imprese, già in difficoltà per il rialzo dei prezzi delle materie prime”. Magari drammatizza un po’ ma va bene. E prosegue anche meglio: “Sarebbe un nuovo lockdown, ma dovuto a speculazioni e a fattori geopolitici, come il blocco del nuovo gasdotto Nord Stream 2”.
Fantastico, finalmente un presidente degli industriali che trova il coraggio di ribellarsi alle idiozie atlantiste. E dunque adesso arriva il sacrosanto attacco contro i criminali che impongono sanzioni e bloccano il nuovo gasdotto russotedesco? Macché, adesso non arriva proprio nulla. Anzi, arriva l’immancabile richiesta di ulteriori aiuti pubblici.
C’è la consapevolezza che si mette a rischio la tenuta sociale dell’Italia. C’è la consapevolezza che anche le imprese corrono gravi rischi. Ma la paura strozza in gola ogni parola di critica nei confronti di una politica estera europea demenziale proprio perché atlantista. Non una parola contro il falso alibi burocratico che blocca l’arrivo del gas russo e che permetterebbe di ridurre i prezzi.
Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare. Quanto aveva ragione il Manzoni e non solo in questo caso. Guai a protestare per le imposizioni statunitensi accettate pedissequamente da Bruxelles. I padroni, quelli veri, non si toccano e non si discutono. A costo di rovinare le famiglie italiane e di far chiudere le aziende. Tanto i giornalisti di regime continueranno a dare la colpa a Putin fingendo di ignorare le sanzioni ed il blocco del gasdotto.