Le leggenda degli unicorni, le creature più desiderate dai bambini: compaiono nelle fiabe, sono i protagonisti di molti cartoni e ci fanno sognare mondi magici. Scopriamo insieme quale sia la leggenda che si cela dietro gli unicorni, quando sono comparsi per la prima volta e perché sono così famosi.
come nasce la Leggenda degli unicorni
Docili, teneri e amichevoli: sono sicuramente questi gli aggettivi che caratterizzano l’immagine che noi oggi abbiamo degli unicorni. Bizzarro il fatto, però, che queste creature in origine fossero considerate tutt’altro.
le prime definizioni degli unicorni
Tra i primi testi che trattano di creature simili, troviamo “Indica”. L’autore di questo scritto è un medico greco, Ctesia di Cnido. Nell’opera, Ctesia descrive degli animali di corporatura simile ai cavalli ma con un unico corno sulla fronte. Studi successivi hanno dimostrato come in realtà stesse descrivendo i rinoceronti, trovandosi infatti in India.
Quasi cinquecento anni dopo, nel I secolo, il naturalista romano Plinio affermò che “l’unicorno è l’animale più feroce dell’India. Il corpo di un cavallo, la testa di un cervo, i piedi di un elefante e la coda di un cinghiale. La testa e le corna sporgenti dalla fronte”. Plinio rafforzò la sua tesi aggiungendo anche che questi esseri erano incatturabili, quantomeno da vivi.
Un secolo dopo fu uno studioso romano a nominare ancora questi esseri e ad inserirli nel suo libro sugli animali: Claudio Eliano. Lo scrittore affermava come questi esseri fossero particolarmente affettuosi e docili con le donne vergini, e che per tanto solo queste fossero in grado di catturarli.
Altre fonti affermano invece che gli unicorni compaiono per la prima volta nel gran libro Li-Ki, uno dei cinque classici cinesi scritto da Confucio durante la prima dinastia Han. Affianco alla descrizione e dell’unicorno, nel testo, si trovano anche quelle della tartaruga, del drago e della fenice, tre animale di forte valenza positiva per il popolo. Il Li-Ki rappresenta però l’Unicorno in maniera molto diversa da come lo conosciamo noi oggi: era simile ad cervo possente, con il dorso di vari colori, il ventre completamente giallo, la coda di un bue e un lungo corno sulla fronte.

negli anni successivi
Nel 1100 si pensò invece che l’unicorno comparisse in una favola di Physiologus. Questo libro, tradotto come “Fisiologo”, è una piccola opera redatta ad Alessandria d’Egitto da uno scrittore ignoto, tra il II e il III secolo. Questo testo conteneva importanti descrizioni dettagliate su animali, piante e pietre. Molti di questi elementi erano direttamente collegati a comportamenti umani e realtà celesti. In questa raccolta, l’unicorno identificava Cristo.
La fama di questi animali, però, è anche accidentale: vi furono infatti molte traduzioni sbagliate, specialmente degli animali presenti nei testi sacri, che collegavano le creature in questione agli unicorni.
GLI UNICORNI e la loro leggenda NELL’IMMAGINARIO POPOLARE
Noi oggi associamo all’unicorno un cavallo bianco ed elegante, di corporatura esile e al tempo stesso possente, con una folta criniera e un lungo corno nel quale risiedono i poteri magici. Indiscutibilmente affascinante, lo è ancora di più se si pensa ai valori che sono ad esso attribuiti: purezza e rinascita. L’emblema di amore, cuore puro, coraggio e giustizia.
In molti credevano anche che il corno avesse proprietà benefiche tali per cui una persona avvelenata che avesse bevuto da questo, sarebbe guarita. L’unicorno nel mondo orientale è anche associato alla luna e all’energia femminile, ovvero la yin. Addirittura, nella religione, l’unicorno è collegato alla Vergine Maria incinta dello Spirito Santo. Infine, in molti riconoscono in lui un animale guida, simbolo di spiritualità, di forza interiore ma anche di gentilezza e bontà d’animo. Insomma, in qualsiasi contesto, dalla religione alla psicologia, dalla simbolica medievale alla letteratura, questo animale mitologico è sicuramente uno dei più amati ed apprezzati.

Marco Polo E LA SUA RICERCA suGLI UNICORNI
Marco Polo, viaggiatore e scrittore italiano della seconda metà del XIII secolo, affermò che gli unicorni fossero terribilmente pericolosi e per questo si sarebbe dovuto dar loro la caccia. Probabilmente, questo essere era stato scambiato per il rinoceronte di Giava, membro molto raro della famiglia dei Rinocerotidi e una delle cinque specie esistenti di rinoceronte. In particolare, Marco Polo affermava come i racconti precedenti al suo incontro con questa creatura non corrispondessero alla realtà: non era un animale altezzoso e elegante, ma un essere tozzo e di aspetto poco piacevole.
GLI unicorni: icone per bambini e… Start up
Gli unicorni non sono solo apprezzati dai bambini, affascinati da questi nobili esseri e dai mondi magici e fatati che abitano, ma sono diventati delle vere e proprie icone di moda, presenti in molteplici riviste e campagne pubblicitarie di brand.
Non solo: sono anche nate le cosiddette “aziende unicorno”, più comunemente conosciute con il termine inglese, ovvero “unicorn start up”. Si tratta di quelle aziende private che hanno raggiunto una valutazione di mercato di oltre un miliardo di dollari. Il termine è stato coniato da Aileen Lee, investitrice di venture capital e la fondatrice di Cowboy Ventures. Probabilmente il nome ha a che fare con la rarità degli unicorni (addirittura si pensava ne esistesse un unico esemplare al mondo): le aziende, infatti, hanno solo il 0,000006% di possibilità di diventare unicorn start up. L’Europa ne possiede circa 70 e due sono del tutto made in Italy: Yoox Net-a-porter Group SpA e la recente Depop.

GLI UNICORNI esistono davvero?
Nel 1663, in Germania, più precisamente a Magdeburgo, venne trovato uno scheletro di un animale con sole due zampe, ricostruito partendo da fossili, probabilmente di mammut. Lo scheletro venne esaminato da Gottfried Leibniz, che si convinse così dell’esistenza delle magiche creature.
Altri ritrovamenti, invece, risalgono al 2016 in Kazakistan. Questi hanno fatto sì che molti archeologi affermassero il fatto che animali simili agli unicorni siano effettivamente esistiti. A loro dire, questi esseri esistevano circa trentamila anni fa. L’animale in questione era alto 2 metri, lungo 4 e di un peso di ben 4 tonnellate. Esso aveva un lungo corno sulla fronte e una pelliccia che noi oggi definiremmo quella di un Mammut, proboscidato estinto quattromila anni fa.
I più scettici confidano invece in molti zoologi contemporanei, i quali sono d’accordo nell’affermare che questi fantastici esseri mitologici in realtà non fossero altro che rinoceronti lanosi o elasmoteri dalle sembianze equine, ad oggi estinti.
Insomma, esistiti nel mondo reale o meno, questi esseri hanno sicuramente avuto una forte presenza nei mondi magici e nelle menti dei bambini di tutto il mondo, diventando addirittura icone di stile e metafore del mondo economico.