Ciccio Pompeo è pronto a scatenare la guerra in seguito al bombardamento di una raffineria di petrolio in Arabia Saudita. Un attacco rivendicato dagli sciti yemeniti, ma il boss yankee vuol portare l’attacco all’Iran. Accusato non solo di appoggiare gli yemeniti in cerca di libertà, ma anche di essere direttamente responsabile del bombardamento effettuato con i droni.
Non stupisce, visto che si tratta degli Usa, la rabbia di Pompeo. Indignato a senso unico poiché il segretario di Stato americano è stato assolutamente muto di fronte ai continui bombardamenti sauditi contro lo Yemen, con migliaia e migliaia di morti. Ma che sarà mai, per Washington, la strage di bambini massacrati dai sauditi nelle scuole o negli ospedali? Assolutamente nulla. Ciò che conta è il petrolio, mica la vita di bambini innocenti.
D’altronde gli Usa ed i loro alleati si sono sempre contraddistinti, sin dalla seconda guerra mondiale, nel bombardamento di scuole e nel massacro di bambini. È sufficiente ricordare la strage di Gorla, 184 scolari uccisi in un bombardamento ignorato abitualmente dai media italiani e pure dall’inquilino del Quirinale.
Mentre gli stessi media italiani piazzano in apertura la notizia del bombardamento della raffineria. Tra il petrolio e la vita dei bambini non ci sono dubbi su quali siano le priorità per gli Usa e per i media italiani. Così come non ci sono dubbi sulla mancanza di reazioni da parte del governo italiano. Muto e rassegnato, o forse in attesa di capire dove diavolo sia questo Yemen, sempre che si sia già capito dove si trovi l’Arabia Saudita.
Curioso il silenzio di Beppe Britannia che, per ragioni famigliari, dovrebbe essere particolarmente sensibile alla situazione iraniana e delle aree vicine. Ma anche per lui, evidentemente, il petrolio è più importante della vita dei bambini yemeniti massacrati dai sauditi con il sostegno di Ciccio Pompeo.