Quanto era bello il giardino di casa, come Monroe aveva definito l’America Latina. Quanto era bello quando a Washington si decideva la sorte dei vari governi del Centro e Sud America. Quando le multinazionali statunitensi potevano corrompere e sfruttare senza contrasti, senza avversari, senza competitori. Poi si sono intrufolati i maledetti europei. Così l’Argentina peronista si poteva ribellare al sacrosanto colonialismo yankee e osava schierarsi con i Non allineati. Così i sovietici si piazzavano a Cuba. E poi i maledetti messicani che pensavano di poter fare ciò che volevano nel loro Paese.
Un giardino di casa pieno di erbe velenose. E come se non bastasse, dopo la scomparsa dell’Urss è arrivata la Cina. Con tanti soldi e con il cattivo gusto di non interferire nelle questioni interne dei vari Paesi. Pechino dava il cattivo esempio.
Però i risultati auspicati, o anche semplicemente possibili, non sono stati raggiunti. L’America Latina non decolla, la crescita quando si riesce ad ottenerla è effimera. È il Continente che cresce meno e che non vede reali prospettive. Debiti spaventosi, corruzione ovunque, continue liti interne, totale mancanza di un progetto comune o anche solo di una prospettiva per il singolo Paese.
Pare incredibile che si tratti dello stesso Continente di Simon Bolivar, di Juan Domingo ed Evita Peron, di Che Guevara. O, restando in America Latina ma salendo in Messico, di Benito Juarez e Pancho Villa.
Se ne sono accorti anche a Washington e pregustano la vendetta. Rivogliono il loro giardino. E senza neppure organizzare un golpe. Anche perché dopo la disastrosa pagliacciata in Venezuela, con la farsa Guaidò, hanno capito di aver perso la mano nell’organizzazione dei colpi di stato. E non certo da oggi. Dunque si cambia strategia. E per la penentrazione non servono neppure le solite sanzioni. Meglio puntare sulle sette protestanti per corrompere le coscienze e poi sulla solita corruzione che in America Latina è endemica.
Ma le multinazionali vogliono tornare a comandare, a sfruttare. Miniere ed agricoltura con manodopera sottopagata. Tornano i bei tempi del giardino di casa. E poi, lontano dagli ambientalisti yankee, si può tranquillamente inquinare i terreni, si può deforestare, si può riempire l’atmosfera di schifezze che sono ormai vietate negli Usa.
E la Cina? Ha sbagliato approccio. Non basta non ingerire nelle vicende politiche. Bisognerebbe anche evitare l’arroganza nei rapporti economici, nelle iniziative finanziarie. Gli Han sono sicuri di poter comandare sul mondo intero, però dovrebbero farlo con atteggiamenti diversi, con minor prepotenza, con almeno un ipocrita rispetto di facciata nei confronti delle culture locali.
Perché, paradossalmente, gli Stati Uniti sono ora avvantaggiati poiché possono mettere in campo, in qualsiasi trattativa, i latinoamericani di seconda o terza generazione che parlano spagnolo e hanno la stessa faccia degli interlocutori. I latinos odiati da afroamericani e wasp possono essere i protagonisti del nuovo corso in America Latina.