Il suk di Palazzo Madama approva. La fiducia al lìder minimo è arrivata con 154 voti più due fuori tempo massimo eppur riammessi per chiarire che Nencini, la vergogna del socialismo post craxiano, ha accettato la corte di Giuseppe ed è pronto ad incassare il premio. Oddio, Zingaretti aveva appena finito di dire che la maggioranza assoluta ottenuta alla Camera rappresentava un segnale importante. Al Senato la maggioranza assoluta non è stata raggiunta, ma si vede che Zingaretti ha cambiato idea e non la ritiene più importante.

Dunque ora si può tornare all’immobilismo precedente. Facendo finta di nulla. Perché Conte sopravvive grazie all’astensione dei renziani, dopo che il bugiardissimo ha coperto di contumelie il presidente del consiglio. Ma poi lo ha salvato, per evitare elezioni anticipate che lo avrebbero condannato all’estinzione. E il prode Nencini si trasformerà in pontiere per traghettare i renziani nuovamente nella squadra del malgoverno.

In teoria, di fronte a questa farsa ributtante, con un parlamento trasformato in un foro boario, il presidente della repubblica avrebbe l’obbligo di intervenire. Nella consapevolezza che 3 voti per salvare gli Incapaci sono arrivati dai senatori a vita che sono costantemente assenti dai lavori del senato (e un paio dagli immancabili voltagabbana di Forza Italia). Dunque il consenso scende a 153 a fronte di una maggioranza di 161. Sicuramente Mattarella si dimenticherà di fare i conti ed eviterà di far notare che il governo Conte bis è arrivato al capolinea.
Così l’assalto ai miliardi europei potrà iniziare. Potranno scatenarsi i voraci appetiti degli amici degli amici. E perché mai bisogna impedire alle sanguisughe di succhiare il sangue? Di sprecare tutto, di obbligare le nuove generazioni a pagare i debiti contratti per lo sperpero? Nencini, il simbolo perfetto del futuro italiano fatto di debiti, di lacrime e sangue. E di governi di minoranza.