Il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, partecipa alle celebrazioni per l’ottantacinquesimo anniversario della morte del sardo Antonio Gramsci e sui social si scatenano le immancabili polemiche. Da destra (Truzzu è di Fdi) e da sinistra. Polemiche immancabili perché, ormai, i social servono unicamente per scaricare le proprie frustrazioni.
Così c’è chi si lamenta con il sindaco perché ha perso tempo con una celebrazione quando, invece, avrebbe dovuto dedicarsi a raccogliere i sacchetti della spazzatura dimenticati dalla nettezza urbana; chi protesta perché Cagliari non è diventata un grande salotto immacolato come promesso in campagna elettorale; chi si indigna perché il proprio quartiere è penalizzato rispetto ad altri.
E poi ci sono quelli che, perlomeno, ne fanno una questione politica. Perché, innanzitutto, celebrare il sardo Gramsci che non ha fatto nulla per la Sardegna? Già, perché dedicare un aeroporto al veneziano Marco Polo che invece di stare in Laguna se n’è andato a vivere in Catai? E con il fiorentino Dante che va a morire a Ravenna, come la mettiamo?
Però ciò che fa infuriare destra e sinistra è “l’appropriazione indebita” di Gramsci da parte di un sindaco che osa ancora dichiararsi di “destra”. E poco importa se Truzzu non si appropria di nulla e si limita a sottolineare che, a destra, Gramsci è stato studiato ed apprezzato. Probabilmente in modo più onesto di quanto ha fatto il Pci togliattiano che non ha mai amato Gramsci. Un Pci che ha inventato una inesistente morte in carcere ed una altrettanto inesistente adesione al verbo di Togliatti. Normale, dunque, che la sinistra odierna si infastidisca per l’apprezzamento del sindaco di Cagliari.
Ma ancor più comprensibile la battuta comparsa su Facebook: “La destra ha studiato Gramsci, ma non l’ha capito”. Feroce ma vera. Parzialmente vera. Perché Truzzu, correttamente, ricorda che era stata la Nuova Destra di Tarchi, Solinas e tanti altri a rivalutare Gramsci. Era stata la Nuova Destra (versione italiana della Nouvelle Droite di De Benoist) ad organizzare i convegni con Cacciari ed altri esponenti della sinistra intelligente. Già, la Nuova Destra composta in gran parte da giovani cacciati o fuggiti dal Msi, dalla destra ufficiale.
Ed allora il gesto, istituzionalmente correttissimo del sindaco, si trasforma in un sonoro schiaffone ai suoi colleghi di partito che dai Campi Hobbit in poi, dalla cacciata di Tarchi sino alle attuali politiche anticulturali in ogni parte d’Italia, hanno fatto del gramscismo il proprio nemico principale. Perché terrorizzati dai libri, dall’arte, dalle tradizioni popolari, da tutto ciò che potrebbe avere a che fare con la cultura. Se se ne accorgono alla Garbatella, Truzzu rischia provvedimenti severi. Come quelli minacciati da Lollobrigida contro chi non si genuflette all’atlantismo. E Gramsci pare non fosse un sostenitore di Biden, come Dostoevskij d’altronde..