Secondo un report dell’Uk Health Security Agency, salgono a 108 i casi totali di epatite acuta, di origine misteriosa, nei bambini. In 8 pazienti è stato addirittura necessario il trapianto di fegato.
I bambini colpiti, ricoverati tra gennaio e aprile, sono 79 sono in Inghilterra, 14 in Scozia e il resto in Galles e Irlanda del Nord. Gli scienziati puntualizzano “non vi è alcun legame con il vaccino anti-Covid” e “al momento su nessuno dei casi confermati nel Regno Unito si ha la conferma della vaccinazione anti-Covid”. L’indagine continua a dare correlazioni con l’infezione da adenovirus, poiché il 77% dei casi è risultato positivo all’adenovirus. Tra le potenziali cause ci potrebbe essere il ricorso ai lockdown: secondo gli esperti incaricati di indagare su questi particolari casi di epatiti, vi è la convinzione che il ciclo reiterato di lockdown possa aver svolto un ruolo decisamente impattante, indebolendo l’immunità dei bambini, esposti così a maggior rischio di contrarre un adenovirus. Un virus che ha acquisito “mutazioni insolite”.
Angelo Di Giorgio, pediatra epatologo presso il Centro epatologia e trapianti pediatrici dell’ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo, coordinatore dell’Area fegato-pancreas della Sigenp, avanza alcune ipotesi ad Adnkronos Salute: “E’ probabile che anche in Italia, come è successo nel Regno Unito e in altri Paesi, si possa prima o poi registrare un incremento di casi di epatiti acute con cause sconosciute nei bambini”. Anche se al momento non ci sono indicazioni di aumento di casi. Alla base di questo fenomeno, prosegue Di Giorgio, “potrebbe avanzare l’ipotesi di un agente virale, vista la distribuzione, l’epidemiologia, ma certezze non ce ne sono. Al momento il sentore è che nel nostro Paese non ci siano casi in eccesso, come invece è accaduto nel Regno Unito”.