Stava finendo l’estate ed il presidente della giunta regionale del Piemonte, Alberto Cirio, inaugurava il grattacielo regionale tra banda e discorsi aulici. Con sacrosante scuse al quartiere per i vergognosi tempi di realizzazione e con mirabolanti assicurazioni su ciò che i lavoratori avrebbero trovato all’interno della struttura di 42 piani. Mense, bar, aree ristoro. E servizi di ogni tipo, dalla lavanderia alla posta, dalla possibilità di ricevere pacchi (compresa la spesa online) al nido per i bambini, sino alle ultime promesse su aree di emergenza per animali e figli.
Fantastico, una vera dimostrazione di welfare aziendale (prima che Rampelli censuri “welfare”). Poi, però, il trasferimento dei dipendenti è iniziato e la situazione denunciata dal sindacato è un po’ diversa dalle promesse. Neanche a parlare di aree per bambini ed animali, e ci può stare in una fase iniziale. Però il sindacato precisa che non ci sono neppure i distributori di acqua, manca il servizio di ristorazione, mancano i bar e non ci sono neppure i “pasti veicolati”.
Va bene, le promesse sono una cosa ma bisogna far contenti anche i baristi ed i ristoratori del quartiere. Chissà se, almeno, accetteranno i buoni pasto regionali..
Ridotte al minimo, e del tutto insufficienti, le aree ristoro (forse 4 in tutto il grattacielo), non pervenute le macchinette automatiche o con cialde del caffè e di snack (forse una al 2° piano). Spariti nel nulla i forni a microonde ed i frigoriferi. Massì, un poco di dieta non farà male.
E poi il saltapasto si abbinerà alle iniziative di trasporto sostenibile deciso dalla giunta di centrodestra: in attesa del salto nel fuoco o sopra le baionette, i lavoratori potranno arrivare al grattacielo con biciclette, monopattini e mezzi pubblici. Bisogna dare il buon esempio. Dunque si arriverà alla stazione ferroviaria del Lingotto ed una comoda passerella pedonale permetterà l’accesso al grattacielo. Passerella? Non pervenuta.
Allora tutti in bici. Rastrelliera per biciclette? Non pervenuta.
Uno spazio controllato dove lasciare bici pieghevoli e monopattini? Non pervenuto.
Allora un parcheggio per moto e motorini (abolito il termine scooter)? Neanche quello.
E poi, secondo il sindacato, ci sono altre bazzeccole, tipo non aver ancora ottenuto l’autorizzazione dei Vigili del fuoco o la mancata conclusione del collaudo tecnico-amministrativo. Però, in compenso, è in corso la ricerca di professionalità per l’incarico di collaudatore in corso d’opera dei lavori di eliminazione di vizi e non conformità eseguiti “… a
causa degli ammaloramenti e dei difetti costruttivi delle opere realizzate, per altro,
dall’ATI Appaltatrice del Nuovo Palazzo Unico della Regione Piemonte, in totale
difformità da quanto previsto nel progetto a suo tempo approvato e senza formale
autorizzazione da parte della stazione appaltante…”.