Ad impossibilia nemo tenetur. Dunque non si può pretendere che la coppia Di Maio-Azzolina sappia che esiste l’Eritrea e che, all’Asmara, esiste una scuola italiana con più di 1.200 allievi. Esisteva, in realtà, perché grazie ai dittatorelli dello Stato Libero di Bananas la scuola dell’Amara si è vista revocare dal governo eritreo la licenza ad operare ed anche l’accordo tecnico bilaterale che consentiva ai docenti italiani di insegnare nel liceo.
Una decisione sacrosanta che rappresenta la risposta alle ripetute scorrettezze del governo italiano. Ma, forse, gli eritrei hanno scambiato per scorrettezze quelle che sono, semplicemente, manifestazioni di crassa ignoranza dei ministri romani. Se conoscessero Di Maio e Azzolina si renderebbero conto che non è cattiveria, proprio non ci arrivano.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha fatto finire la pazienza del governo eritreo è stata la decisione unilaterale italiana di chiudere il liceo a causa del virus che colpiva l’Italia. Sarebbe bastata una telefonata per avvertire le autorità locali, una semplice mail. Ma l’educazione non fa parte del bagaglio ministeriale. Troppa fatica, avvisare. Come sarebbe stato troppo faticoso nominare i rappresentanti italiani nel comitato tecnico bilaterale.
E poi si tratta di una scuola, di un liceo. Cosa può interessare ad Azzolina e Di Maio la sopravvivenza di un avamposto culturale italiano in terra d’Africa? Alla coppia ministeriale, che si trasforma in un trio con Lamorgese, l’Africa interessa solo come fornitrice di migranti da sfruttare e che servano ad arricchire le associazioni che se ne occupano. Sempre che Di Maio sappia che l’Eritrea sta in Africa..