Secondo Matteo Renzi, leader di Italia Viva, intervistato dal Tg5, grazie agli “scriteriati contratti stipulati durante il governo Conte, dobbiamo comprare ancora banchi a rotelle.” Renzi punta nuovamente il dito, contro la gestione della pandemia da parte dell’ex commissario all’emergenza Domenico Arcuri. Occorrerebbe far luce soprattutto sulla maxi commessa da 1,2 miliardi di mascherine acquistate tra marzo e aprile 2020 dalla struttura all’emergenza di Arcuri da tre aziende cinesi grazie al tramite di alcuni intermediari. Mediatori che hanno ricevuto provvigioni milionarie per quelle commissioni dalla Cina.
Il suo auspicio è che altre forze politiche accettino di fare una commissione di inchiesta parlamentare sugli approvvigionamenti del Covid. Una commissione parlamentare d’inchiesta potrebbe essere la chiave giusta per fare chiarezza su dispositivi farlocchi e banchi da rottamare.
Come è noto l’ex commissario gode di uno scudo verso i giudici contabili, ma gli italiani hanno il sacrosanto diritto di essere informati sullo sperpero dei miliardi che non sempre sono serviti a salvare vite umane, ma spesso sono stati sprecati in errori disumani, dispersi in modo deprecabile invece di essere incanalati sulle sole cose giuste e necessarie da fare.
Si parla di mascherine inservibili che mensilmente la scuola, frequentata dai nostri figli, consegnava alle famiglie. Quando lo Stato spende il denaro dei contribuenti, ha il dovere di essere trasparente.
In prossimità del nuovo anno scolastico, non solo i rischi di Dad e classi pollaio, ma anche un dossier che si presumeva chiuso per il prossimo decennio dopo il maxi-bando dell’estate scorsa: i banchi per gli studenti. Sui 2,4 milioni di pezzi (tra scrivanie e sedie) commissionati dalla gestione Arcuri, 50mila sono stati rifiutati da 450 istituti per inadeguatezza, ovvero perché non conformi agli standard qualitativi di quelle realtà. In particolare, si tratterebbe di “difetti ergonomici e di materiali” tanto da rendere inutilizzabili i banchi.
Costi inutili della Pubblica Amministrazione che un anno dopo si trova a spendere 6 milioni di euro per gli stessi articoli problematici. I banchi provengono da una delle quattro aziende straniere (una svedese, una tedesca, una franco-spagnola e una portoghese) aggiudicatarie del bando insieme a sette gruppi italiani.
Un reclamo che è arrivato da 450 scuole, divise in otto Regioni (Lazio, Piemonte, Liguria, Sardegna, Abruzzo, Calabria, Veneto, Trentino Alto Adige) ma la metà degli istituti coinvolti, all’incirca 200, è laziale. Zone d’ombra e responsabilità politiche che sono uno schiaffo alle vittime della pandemia.