Tutti proni a baciare la pantofola di Greta, portavoce degli interessi di Soros. Tutti commossi per il pianto delle sue ancelle. Tutti preoccupati per gli scenari ipotizzati da una ragazzina ignorante e presuntuosa. Poi, però, la paladina della biodiversità delle cimici e nemica della biodiversità umana se ne va e tutti i suoi fans si rialzano dalla preghiera ambientalista ed iniziano a prendere tempo.
In fondo ha ragione Greta quando sostiene che la risposta ai suoi sermoni è sempre un inutile bla bla. Figurarsi in Italia, rimasta fedele al manzoniano “sopire, troncare”. Diventato poi il modus operandi democristiano in un pernicioso connubio tra Vaticano e burocrazia. Partiam sì sì partiam. Ma più tardi. La rivoluzione ecologica? Oggi no, domani forse, ma dopodomani…!
Così dopo gli entusiasmi per i giovani ambientalisti italiani – che difendono le differenze tra le formiche ma scrivono i cartelli in inglese per cancellare ogni differenza culturale mentre bevono le stesse bibite dei coetanei di ogni parte del mondo per seguire le mode imposte dalle multinazionali – i soliti oligarchi di casa nostra hanno cominciato a frenare sottolineando che la sostenibilità ambientale non può prescindere dalla sostenibilità economica e finanziaria.
Dunque va bene l’auto elettrica, ma in futuro. Per ora acquistate le solite vetture con motore termico. Ed il lavoro da casa? Sarà fantastico, ma per i prossimi anni ve lo scordate. Bisogna tutelare almeno i valloni incontaminati della montagna, certo! Nel frattempo, però, distruggiamoli con impianti di risalita, bar e musica a palla.
Tutt’al più, se proprio bisogna fare qualche gesto clamoroso, si può vietare il consumo di carne bovina e suina, abbattendo tutte le vacche e tutti i maiali. Nel piatto solo larve, scarafaggi, cavallette ed alghe. Accompagnando i nuovi cibi con le immancabili bibite americane. Perché la cancellazione della biodiversità umana e delle differenze culturali passa dalla tavola. L’importante è lasciare il tempo agli imprenditori italiani di convertire le aziende del settore agroalimentare per trasformarle secondo i voleri di Soros e dei suoi apostoli gretini.