Povero gabbiano.. come recita una vecchia canzone recuperata dall’oblio. Povera Greta, come cercano di sostenere alcuni media italiani di regime. Già, ieri era venerdì ma nessuno si è accorto di manifestazioni oceaniche di giovani ambientalisti. La guerra di Biden ha cancellato ogni interesse per l’ecologia. Ed i maggiordomi europei vogliono riaprire le centrali a carbone ed hanno deciso di far attraversare il mare e l’oceano dalle navi per il trasporto di gas liquefatto. L’inquinamento? Vale molto meno degli incassi garantiti alle compagnie americane.
E la povera Greta? E gli illusi gretini? Dovranno provare a riciclarsi. Così come hanno fatto le sardine. Che, poi, riciclarsi significa farsi ingabbiare in qualche partito, su qualche poltrona di potere, in qualche incarico ben retribuito.
L’ambiente può aspettare. Ma non eravamo arrivati all’ultimo miglio? All’ultimo secondo per salvare la Terra? All’ultima chance da mettere immediatamente in campo per evitare la rovina irreversibile? Che fine ha fatto la transizione ecologica di cui tutti si riempivano la bocca e qualcuno il portafoglio? Tutto svanito. L’Italia deve piazzare un po’ di armi e per garantire maggiori utili ai trafficanti di armi sta pensando di eliminare l’Iva dal commercio di armi. Sul pane si pagherà, sui missili no. E chissenefrega se la costituzione più bella del mondo ripudia la guerra.
Qui non si fa la guerra. Qui si fanno affari con la guerra. È diverso. Qui si impone ai sudditi un’economia di guerra senza averla dichiarata. Riduzione del riscaldamento, aumento dei prezzi in attesa di razionare la benzina ed il gas, di indicare il numero massimo di confezioni di cibo da acquistare. Nel frattempo il Pil cala, la recessione si avvicina, l’inflazione vola. Piccoli sacrifici, li aveva definiti ipocritamente Sua Divinità Mario Draghi.
Non sono piccoli per le famiglie che vedono ridursi il potere d’acquisto, per i lavoratori messi in cassa integrazione, per quelli che hanno perso o perderanno il lavoro. Non sono neppure piccoli per l’ambiente, ma Biden non è interessato all’ambiente e, dunque, deve uscire dall’agenda dei maggiordomi europei. E se non si riciclano più i rifiuti ed i materiali, si provvederà a riciclare Greta, trasformandola nella paladina di qualche altra causa interessante per Washington: la lotta contro la cultura europea, la lotta contro la Cina, contro la Russia, contro le caste indiane, contro l’alimentazione tradizionale ed a favore del cibo delle multinazionali, contro le cure che esulano da quelle imposte da Big Pharma e dalle multinazionali che hanno fatto incetta dei laboratori di genetica. C’è solo l’imbarazzo della scelta. E c’è tutto il tempo per pensarci: per ora la priorità è distruggere l’Europa.