GTutti con Giuseppi per il terzo mandato. La folta compagine dei pentapoltronati è pronta a scaricare Beppe Grillo pur di ottenere la promessa di tornare in parlamento al prossimo giro. Una promessa un po’ vaga, perché i sondaggi non sono proprio entusiasmanti.

Ma loro, deputati e senatori, non si fanno problemi. L’ex lider minimo li condurrà alla sconfitta e poi, alla chetichella, li farà entrare nel Pd. Tanto hanno già rinnegato ogni punto del programma, possono ben rinnegare anche il movimento che li ha portati in parlamento.
E poi irrilevanti lo erano già da tempo. Benché numericamente primo partito, i pentapoltronati avevano ormai appaltato al PD le strategie politiche. Non proprio una scelta geniale, considerando le proposte di Letta e, prima, le esperienze di governo di gente come De Micheli.
Ora, comunque, i giochi paiono ormai fatti. I pentapoltronati contiani garantiranno il loro ruolo di ruota di scorta del PD, voteranno ogni volta che Letta vorrà, appoggeranno per il Quirinale il candidato scelto dal Nazareno. Fedeli alla linea della poltrona ad ogni costo.

E il povero Grillo? Finisce ingloriosamente la sua vicenda politica. Dopo aver di fatto concluso anche la carriera di comico. Ha commesso una serie impressionante di errori dopo aver fatto credere ad una rivoluzione possibile. Che si è infranta sulla pessima qualità degli eletti, sulla fame di poltrone, sulla mancanza di coerenza.
E la scelta di Conte come premier per tutte le stagioni ha rappresentato l’errore fatale e finale. Politico inetto, umanamente scorretto, bugiardo. Adesso emergono i difetti che proprio Grillo aveva negato.
L’ex comico sogna ancora il partito diverso dagli altri, i parlamentari pentapoltronati vogliono un partito normalizzato, privo di sorprese, senza il minimo slancio vitale. Vogliono essere i lacchè di Letta. Senza vaffa, perché questa volta il vaffa seppellirebbe loro.