“11 luglio, il gelato te lo offriamo noi”. Vero che in italiano il concetto di “offriamo” lascia qualche dubbio. Ma per la gelateria Grom di via Alberto da Giussano, a Milano, il significato è chiarissimo: noi te lo offriamo e tu lo paghi, a prezzo intero.
E ti becchi pure la scortesia da parte di chi controlla il flusso all’entrata ed il pagamento alla cassa. Certo, sul sito trovi anche le condizioni, ma quando vedi la pubblicità sulla vetrina non sei tenuto ad andare a controllare sul sito.
E il cerbero evita accuratamente di precisare. Già ti guarda male, come se i bambini con cui entri non fossero “congiunti” ma vittime di un pedofilo che li ha rapiti.
D’altronde Grom fa ormai parte di una multinazionale angloolandese, dunque correttezza ed educazione non fanno parte della strategia aziendale. Ti offro e ti faccio pagare. Mica ho scritto gratis. Un po’ da furbetti, per essere educati. Se chiedi un cono piccolo, che differenza fa se metti un solo gusto o due metà di due gusti? E se invece del cono chiedi la coppetta piccola?
Ma ormai bisogna abituarsi agli atteggiamenti cialtroneschi da parte di chi si sta comprando, pezzo dopo pezzo, la colonia Italia. L’artigianato alimentare di qualità si trasforma in industria di non eccelso livello ed utilizza mezzucci squallidi per promuoversi.
Ma i furbetti di Unilever probabilmente avranno anche fatto un applauso all’ingegno italico.