Puntuale come la morte nella Samarcanda di Vecchioni o come le tasse, è arrivata la nuova menzogna trionfalistica del ministro Gualtieri, altrettanto puntualmente sostenuta dai Tg Rai e dal Tgpd5. Dunque nel terzo trimestre 2020 il Pil italiano al netto dell’inflazione, degli effetti di calendario e della stagionalità ha fatto registrare una crescita del 16,1% rispetto al secondo trimestre dell’anno. Evviva, “siamo una squadra fortissimi”, come direbbe Zalone. Ma lui fa il comico. Forse anche Gualtieri.
“Questo balzo – spiegano però al Centro studi Promotor – non deve indurre in errore perché il secondo trimestre 2020 è stato fortemente penalizzato dall’effetto coronavirus e dunque un recupero era atteso. Anche il dato del terzo trimestre (come peraltro quello del primo trimestre) è tuttavia ancora penalizzato dalla pandemia perché nei confronti dello stesso trimestre del 2019 vi è un calo del 4,7%”. Un calo trimestre su trimestre dell’anno precedente, dunque quello che conta davvero per valutare la situazione. Perché lo capirebbe persino Di Maio che un confronto con un trimestre di arresti domiciliari non è il massimo dell’omogeneità.
Purtroppo – proseguono al Centro studi Promotor – le prospettive per il quarto trimestre 2020 non sono positive perché, come è noto, il ritorno del virus in ottobre e i provvedimenti adottati per combatterlo stanno già incidendo pesantemente sull’attività economica dell’ultima parte dell’anno e si può prevedere che il recupero iniziato nel terzo trimestre si sia già interrotto.
Il Governo nella nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF), ha previsto che, nell’ipotesi di recrudescenza del virus, il Pil dell’intero 2020 accuserà un calo del 10,5% sul 2019. Perché questa previsione si realizzi occorre che il Pil del quarto trimestre non subisca un calo rispetto a quello del terzo trimestre superiore al 9,7%. Secondo il Centro Studi Promotor questo obiettivo potrebbe essere raggiunto se si riuscisse ad evitare un lockdown generalizzato.