La Guerra di Corea fu un conflitto sanguinoso, parte integrante della Guerra Fredda, combattuto nella penisola coreana tra il 1950 e il 1953. Il periodo storico, caratterizzato dall’opposizione politica, economica e militare di USA e Unione Sovietica, vide queste due potenze darsi battaglia ideologicamente e non. Questa contrapposizione di democrazia-capitalista e socialismo reale-comunismo ebbe come emblema la divisione della Germania in Est e Ovest; tuttavia, questo non fu l’unico conflitto che ne scaturì.

La Guerra di Corea
Lo scoppio e l’evoluzione del conflitto
Il conflitto, uno dei più tremendi della Guerra Fredda, iniziò nel 1950 quando l’esercito della Corea del Nord (fazione comunista) invase la Corea del Sud (alleata degli USA). Il leader nordcoreano agiva nell’ottica di una riunificazione completa della penisola, sotto un’unica bandiera. Kim Il-sung attaccò senza una formale dichiarazione di guerra, ottenendo da subito l’appoggio di Stalin e Mao Tse-tung. Il leader dell’URSS, “scottato” dal blocco di Berlino aveva intenzione di “misurare l’entità” della potenza rivale; Mao, d’altro canto, si sentiva in debito con il leader nordcoreano che durante la guerra civile cinese lo aveva supportato militarmente.
L’invasione della Corea del Sud provocò una rapida reazione internazionale: l’ONU decise di intervenire militarmente tramite l’intervento degli Stati Uniti e di altri 17 paesi. L’obiettivo era, ovviamente, quello di impedire la conquista della Corea del Sud da parte delle forze comuniste nordcoreane.
Dapprima, gli Stati Uniti riuscirono nell’impresa di respingere l’invasione comunista ma, successivamente, la Cina intervenne nel conflitto – senza alcuna dichiarazione di guerra. Nel frattempo, l’Unione Sovietica iniziò segretamente a muovere le proprie pedine, mobilitando il proprio comparto aereo, atto a contrastare l’aviazione dei nemici. Questa azione colse in contropiede l’ONU, che dovette ripiegare a 80 km dal confine tra le due nazioni nemiche. Successivamente, le truppe ONU iniziarono nuovamente l’offensiva, conquistando terreno e liberando Seul, la capitale della Corea del Sud.
Le battaglie tra “liberatori” ed “invasori” della Corea del Sud continuarono per due anni, fino all’armistizio di Panmunjeom. L’armistizio, firmato al confine tra i due schieramenti, confermò la divisione tra Corea del Nord e Corea del Sud, mettendo fine alla Guerra di Corea. Mentre cinesi e statunitensi sembravano soddisfatti dell’armistizio, le due Coree stentarono a riconoscerlo.

Altre implicazioni
Il conflitto rappresentò uno dei momenti più critici della Guerra Fredda anche perché all’interno delle due fazioni scoppiarono dei significativi contrasti. Mentre Cina e Unione Sovietica ambivano entrambe all’egemonia sui territori comunisti, l’ONU accusò il generale statunitense a capo delle operazioni militari per i suoi propositi; intenzione di MacArthur era, infatti, di utilizzare bombe atomiche sulla penisola.
La Guerra di Corea causò un impressionante numero di vittime: 2.800.000 tra morti, feriti e dispersi (la metà dei quali erano civili). Nessuno dei due contendenti, inoltre, riuscì a unificare il paese eliminando la presenza dell’altro contendente ed entrambe le fazioni persero parte del proprio territorio iniziale. Per quanto riguarda i prigionieri, più di 14.000 cinesi e 7.500 nordcoreani scelsero di non essere riportati in patria, preferendo vivere negli USA o in Corea del Sud. Pochi, invece, coloro che optarono per una scelta contraria: solo 350 tra sudcoreani e statunitensi optarono per andare ad abitare in Cina.