Ernie contro ChatGpt. Baidu contro OpenAi. Anche nel mondo dell’intelligenza artificiale, e dei chatbot, lo scontro tra Cina e Stati Uniti si ripropone. E, come ormai d’abitudine, l’Europa attende di essere illuminata dai padroni americani. D’altronde era inevitabile che Pechino non rimanesse a guardare l’evoluzione di un settore che cambierà il mondo. Anzi, che lo sta già cambiando nella totale indifferenza della politica italiana, alle prese con l’incapacità di gestire Spid, rinnovo dei passaporti, consegna e utilizzo delle carte di identità.
E mentre a Roma si affrontano problemi che nell’Ottocento venivano risolti senza difficoltà e che ora sono diventati insormontabili, la Cina lancia il suo Ernie per evitare di doversi sottomettere ad una visione del mondo americana e diffusa attraverso ChatGpt. Tanto per chiarire la differenza tra sovranità reale e servilismo spacciato per sovranismo patriottico.
Pechino ha già spiegato che Ernie è più adatto alla mentalità cinese, non solo per questioni linguistiche ma proprio per l’impostazione del pensiero che sta alla base di questo esempio di intelligenza artificiale. La cinesità come valore imprescindibile.
Esattamente il contrario di quanto sta accettando l’Europa in nome del politicamente corretto imposto da Washington. I film e le serie TV in cui vengono scelti attori afroamericani per interpretare Dei ed eroi greci o divinità nordeuropee rappresentano un attacco diretto contro la cultura europea. Ed anche contro quella africana. Perché, da un lato, vanno a violentare la poesia e la prosa plurimillenaria, modificano a posteriori – con un’operazione culturalmente ed eticamente indecente – la storia e la tradizione alla base dell’esistenza stessa dell’Europa. E dall’altro vanno a cancellare la cultura africana – od asiatica in altri casi – facendola confluire in quella europea come se non potesse vivere di luce propria.
Il vero razzismo è questo. Negare le specificità e le unicità delle diverse culture, delle diverse tradizioni in nome di una mescolanza inutile, priva di valore e di significato. L’Achille o il Thor diversamente colorati sono un insulto alla Grecia ed all’Europa nordica, ma anche all’epopea degli Zulu, al mito dei samurai, a Confucio ed a Gengis Khan, agli Incas ed ai Maia.
Ed il pubblico di queste porcate magari è lo stesso che il venerdì scende in piazza per tutelare la biodiversità. Difendere le differenze tra le zanzare sì, difendere le specificità culturali no. È il gretinismo, bellezza..