Salvatore Deidda, parlamentare di specchiata onestà di Fdi, ha risposto ai suoi elettori arrabbiatissimi per l’inconsistenza dell’opposizione rispetto ai diktat del lìder minimo ed alle dimostrazioni di incapacità dei ministri. “Cosa potremmo fare di più – ha chiesto – se il governo continua ad ignorarci?”. Beh, magari rinunciare ad inutili flash mob con cartelli ancora più inutili. Per scegliere la strada della guerriglia. Istituzionale, ovviamente, ma pur sempre guerriglia.
L’esempio da seguire è quello offerto da Trentino e da Sud Tirolo. Chiusura ritardata dei bar e dei ristoranti, apertura dei cinema e dei teatri, maggior numero di studenti a scuola. Ovviamente Boccia, il ministro del Pd nemico delle autonomie (complimenti agli autonomisti valdostani che si sono alleati proprio con il Pd), impugna le ordinanze e ricorre al Tar. Ma, nel frattempo, i cittadini delle due Province hanno un briciolo di libertà in più.
L’opposizione, Lega/Fdi/Fi, guida 14 Regioni. Non le 15 annunciate, ma pur sempre la maggioranza. Ed allora un’opposizione che non vuole essere irrilevante, che non vuole disgustare tutti i suoi elettori, dovrebbe iniziare a coordinare le 14 Regioni ed iniziare a varare ordinanze su ordinanze in contrasto con gli ordini del governo degli Incapaci. Non una sola ordinanza, ma una serie. Dalla scuola al coprifuoco, dai teatri alle palestre, dagli impianti di risalita ai ristoranti. Boccia potrebbe pure ricorrere al Tar ma si creerebbe un ingorgo istituzionale che obbligherebbe il governo a scendere a patti, a confrontarsi, ad ascoltare le opposizioni. Sarebbe evidente lo scontro tra Roma e le Regioni.
L’alternativa è solo quella di rinunciare ad ogni ruolo politico, lasciando la scena alla rivolta di piazza. Che, essendo una rivolta, è immancabilmente violenta. Perché la rabbia cresce. E la scelta è tra incanalarla attraverso un’azione politica forte e credibile oppure lasciare che siano i centri sociali ad intestarsi il merito di rappresentare un popolo che si è stancato di essere suddito privo di diritti.