Le insegnanti italiane che hanno vietato ai bambini di festeggiare il Natale perché sarebbe “discriminante” sbiancheranno scoprendo che c’è chi, per esprimere concetti altrettanto stupidi ha incassato 1,2 milioni di dollari e non uno stipendio da 1.200 euro o giù di lì. Perché di idioti è pieno il mondo, ma qualcuno almeno si fa strapagare. È il caso di Ingrid Halland, docente all’Università norvegese di Bergen, cittadina sino ad ora apprezzata soprattutto per le case colorate a bordo acqua e per un simpatico mercato dove il salmone costa molto meno del pane.
Ma ora, da Bergen, grazie a Halland ed ai soldi del Research Council of Norway, parte l’autocritica per aver creato e fatto dilagare nel mondo l’uso del colore “bianco di titanio”. Di fronte a cotanta contrizione è inevitabile preoccuparsi: il bianco conterrà sostanze tossiche? Magari cancerogene? Macché! Il bianco è da mettere al bando perché spinge a considerarlo un colore “superiore”. Insomma, l’uomo bianco colora di bianco le pareti della propria casa per manifestare il proprio razzismo. Interiore, se sono le pareti interne e se il colpevole non invita ospiti con la pelle di diverso colore. Razzismo esplicito e ostentato se sono i muri esterni ad essere colorati di bianco.
Una ricerca che porterà a rivoluzionare non solo l’edilizia, ma anche la storia dell’arte e l’architettura urbana. Per fortuna si era già scoperto che statue e templi greci in origine erano colorati. Dunque basterà convincere gli archeologi a ripristinare il passato invece di conservare l’esistente. Però occorrerà inventare nuove colorazioni per tutti i palazzi bianchi costruiti già con questa colorazione e prima che la Norvegia donasse al mondo la variante al titanio. Ed anche le statue di Michelangelo o di Canova dovranno essere colorate. Prima che gli adepti alla setta Cancel culture le distruggano.
Si potrebbe approfittare della imminente truffa europea sulla ristrutturazione obbligatoria delle abitazioni (da realizzare appena il governo del popolo italiano ha eliminato il superbonus 110%) per costringere tutti a cambiare le tinte delle camere qualora fossero bianche. E pazienza se si perde in luminosità: la lotta al razzismo richiede qualche sacrificio.
Magari anche Monsu Bergoglio rinuncerà all’abito bianco, passando ad un più sobrio marroncino (il nero no: già è il Papa Nero di suo, meglio non ostentare) o ad un più festoso abito arcobaleno, che fa fine ed è politicamente corretto.
A creare confusione, in questa lotta contro il razzismo, sono come sempre gli statunitensi. Una volta erano i poliziotti bianchi ad uccidere giovani e meno giovani afroamericani. Adesso sono poliziotti afroamericani che uccidono persone di colore. E spiazzano i poveri woke impegnati a distruggere ogni elemento sopravvissuto della cultura “bianca”. Però, grazie ad Halland, potranno lanciare una nuova offensiva per costringere la Casa Bianca a cambiare il colore della facciata.